Cronaca

Agorà, i problemi del Ponte Po, dell'economia e della burocrazia su Rai Tre

Un buon palcoscenico per rimettere sotto la luce dei riflettori il Ponte Po. L'ultimo appello al ministro Toninelli affinché si faccia carico della questione.

CASALMAGGIORE – Un qualche impaccio con la barca, assolutamente giustificato per chi non è nato sulle sponde del fiume, partenza poco dopo le 7.30. A trasportarli verso gli inferi infrastrutturali ‘Caronte’ Graziano. Questa mattina la troupe di Agorà (due operatori più l’inviato Domenico Marocchi), trasmissione della mattina di Rai Tre condotta da Serena Bortone si è collegata con il casalasco per un servizio legato al problema delle infrastrutture locali.

Una trasmissione che avrebbe dovuto essere incentrata – a partire da Genova – dalle carenze infrastrutturali del paese. Avrebbe dovuto essere più articolato il servizio, poi la tragedia del Pollino di ieri ha stravolto la scaletta. Il primo collegamento, dopo un altro breve collegamento da Agrigento e dal ponte gemello di quello di Genova, chiuso al traffico da un anno, dalla barca di Caronte, alle 8.30. Sulla barca, insieme a Graziano e alla troupe in rappresentanza del Comitato TPT, Alessandro Rosa.

Il Commissario d’emergenza per il ponte Morandi e presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha preso come spunto proprio il ponte di Casalmaggiore per spiegare che, anche vi fossero i soldi per sistemarli, il vero problema del paese è quello della macchina burocratica e di tutti i vincoli che di fatto impediscono l’inizio dei lavori: “Un ponte strategico come quello che unisce le due regioni più produttive del paese chiuso da un anno. Il vero problema non è economico in Italia, ma legislativo”.

Alle 9.30 poi il collegamento da sotto il ponte, l’intervista a chi aveva lanciato l’allarme e le parole di Marocchi che hanno ripreso il nostro articolo di ieri (52 milioni di euro persi in un anno) e fatto il punto sulla crisi generata dalla chiusura dell’infrastruttura. Presenti per il Comitato TPT Stefano Prandini, il vicepresidente Fausto Salvini e Federica Tortella. Prandini ha evidenziato il fatto che il ponte incerottato non risolverà i problemi del territorio e non durerà comunque più di dieci anni. Salvini ha parlato della sua attività: 70% in meno di introito, punto vendita appena al di là del ponte senza più clienti.

Un buon palcoscenico per rimettere sotto la luce dei riflettori il Ponte Po. L’ultimo appello al ministro Toninelli affinché si faccia carico della questione. Ministro che – peraltro – la questione la conosce più che bene essendo venuto a fare campagna elettorale proprio sotto l’infrastruttura.

Nazzareno Condina

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