Truffa polizze, Aruta
ammette: “prendevo
300 euro al mese”
Interrogatorio di garanzia, oggi, davanti al giudice Guido Salvini, per due dei quattro arrestati nell’operazione della polizia stradale di Cremona che ha stroncato un traffico di polizze assicurative taroccate. Patrizio Salvatore, 29 anni, nato a Foggia, residente a Colorno, difeso dall’avvocato Silvia Farina, si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Giuseppe Aruta, 29 anni, nato a Nola, residente a Torricella del Pizzo, assistito dall’avvocato Giuditta Evangelisti, ha risposto alle domande del giudice, ammettendo le sue responsabilità. L’altro arrestato, Massimiliano Muto, 42 anni, residente a Napoli, è detenuto a Trento, mentre il quarto, Eugenio Guaglione, 40 anni, residente a Napoli, finora ricercato, si è costituito domenica pomeriggio ed è nel carcere di Avellino.
Al giudice, Aruta, che aveva il ruolo di “prestanome”, ha detto di essere disoccupato e che in quel modo si era assicurato un compenso di 300 euro al mese, una ventina di euro al giorno per gli spostamenti e che gli veniva comprato qualche vestito per presentarsi in modo adeguato nelle agenzie. “Ho firmato delle carte relative ad autovetture”, ha ammesso, “e appaio quale titolare di questa società ‘Consorzio Logistica e Traporti’. Mi era stato chiesto di aprire la partita Iva presso un’agenzia di Vicomoscano, frazione di Casalmaggiore”. Aruta ha spiegato di essere stato presente, all’interno o fuori delle agenzie, ma di non aver trattato con gli impiegati, limitandosi a presentare i documenti e le carte del Consorzio e firmando le polizze. “Non pensavo che fosse una cosa così grossa”, ha detto, “anche se capivo che non era regolare”. Aruta ha raccontato di essere stato in agenzie assicurative a Cremona e provincia, tra cui Bonemerse e a Malagnino, e una volta anche in un’agenzia Unipol. “Anche in questo caso sono entrato solo per firmare”. Il 29enne ha detto di essere stato in tutto in cinque o sei agenzie, specificando di essere stato coinvolto nella vicenda da Eugenio Guaglione, conosciuto in casa di Patrizio Salvatore quando ancora stava a Solarolo Rainerio. Aruta ha aggiunto di aver conosciuto Muto in casa di Salvatore insieme a Guaglione. “E’ stato lui a chiedermi di lavorare per questa cosa e io ho risposto di sì”. “Credo”, ha concluso, “che tutta la documentazione arrivasse da Napoli. Avevamo appuntamento o davanti alle agenzie o mi passavano a prendere, in genere con la Jaguar a casa mia”. Secondo Aruta, la Jaguar nera sulla quale era stato notato appartenenva a Guaglione.
Secondo l’accusa, avevano costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe e falsi materiali ai danni delle società assicuratrici. Stipulavano polizze per veicoli in agenzie in provincia di Cremona con documentazione falsa, poi le “giravano” a ditte e persone residenti in Campania. In questo modo pagavano premi ben inferiori rispetto a quelli previsti se li avessero pagati nella regione in cui risiedevano gli assicurati, causando danni ingenti alle compagnie di assicurazioni, ma anche al Sistema Sanitario Nazionale e al Fondo per le vittime degli incidenti stradali a cui è destinato parte del pagamento dei premi.
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