A Bozzolo messa per don Mazzolari
nel ricordo di Papa Francesco
Celebrazione solenne lunedì pomeriggio a Bozzolo in ricordo di Don Primo Mazzolari, alla presenza del vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, e di quello di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, che ha officiato la celebrazione. Un momento di preghiera che è stato anche occasione per commemorare Papa Francesco, e di ricordare il legame che c’è tra questi due importanti uomini di fede.
QUI SOTTO L’INTERVISTA AL SINDACO TORCHIO
“Mai avrei immaginato – ha spiegato il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio – di dovere aprire questo saluto con il commosso ricordo di sua Santità il Papa Francesco, ospite illustre di questa chiesa e di questa comunità quasi otto anni fa, pellegrino sulle orme del sacerdote di Bozzolo. Ricordo la sua venuta con grande partecipazione e commozione, così come tutti i bozzolesi e la nostra chiesa cremonese”.
“E proprio sua Santità aveva espresso la cifra di Don Primo, rifacendosi sovente agli scritti con riferimento alla misericordia ma anche alla pace, a quel Tu non uccidere maturato dopo la tremenda esperienza della Prima Guerra Mondiale. Un mondo di pace era stato preparato e coltivato anche nelle nostre chiese, negli oratori, in quel mondo conosciuto dai nostri pastori monsignor Assi, a Vimercate e poi vescovo di Cremona e di mons Manziana, bresciano e poi vescovo di Crema con la partecipazione alla resistenza, con la detenzione, quest’ultimo, nei campi di concentramento, con l’impegno nella lotta di liberazione hanno accompagnato l’esperienza di Don Primo Mazzolari nel periodo buio della dittatura e della seconda guerra mondiale. L’impegno dei ribelli per amore”.
“Se oggi come dice la senatrice Segre c’è il rischio dell’oblio accompagnato da quello della negazione, noi non possiamo rinnegare l’insegnamento di libertà, di quei ribelli per amore che hanno dato un’impronta di grande coraggio e umanesimo alla nostra resistenza e all’impegno civile e politico per le nostre comunità. un grande debito di gratitudine a Don Primo ed a tutte queste figure che hanno animato l’impegno dei cristiani contro ogni prevaricazione e per la libertà di tutti”.
QUI SOTTO L’INTERVISTA AL VESCOVO TREMOLADA
“Ringrazio il vescovo Antonio e ricordo con piacere don Primo Mazzolari, che è stato uno straordinario testimone della fede” ha detto mons. Tremolada. “A tutto questo si aggiunge la struggente notizia della dipartita del Santo Padre, chiamato dal Signore nel cuore della Pasqua”.
“La passione per il Vangelo ha animato il cuore di don Primo, che pastore di un piccolo gregge ha fatto risuonare una voce coraggiosa e profetica, che risuona ancora” ha proseguito poi mons. Tremolada -. Ci invita alla passione per la pace. Perché il cristiano è un uomo di pace, ma non è uno uomo in pace. La pace è la sua vocazione. La colpa di un mondo senza pace, è responsabilità anche dei cristiani. Questo diceva don Primo, che sottolineava come la prima prova della fede fosse il coraggio della verità e della giustizia”.
“La notizia mi ha molto colpito – ha aggiunto monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia – e non ci aspettavamo che la situazione potesse precipitare in questo modo. L’affetto per lui ci porta a dire che questa giornata rimarrà impressa nella nostra storia e che il Signore lo ha chiamato nel giorno della Pasqua: è significativo. Il cuore della nostre fede è divenuto il momento in cui Papa Francesco ha concluso il suo cammino tra noi”.
“Sono felice di essere qui a Bozzolo – ha concluso il vescovo di Brescia – perché don Primo è stato un grande testimone: col suo coraggio, la sua rettitudine e la sua dimensione profetica è stata una figura che ha accompagnato anche me personalmente. E’ stato parroco di un piccolo paese ma la sua voce è risuonata ovunque ed è ancora molto viva nel dare indicazioni alla Chiesa”.
QUI SOTTO L’INTERVISTA AL VESCOVO NAPOLIONI
“L’animo è pasquale – ha spiegato monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona – perché la Pasqua comprende il dolore che è trasfigurato in passione prima e poi in speranza e in gloria. Credo che Papa Francesco sia stato oggetto della delicatezza del Signore: è riuscito a benedire il popolo di Dio poche ore prima della sua morte e poi se n’è andato con discrezione. Mi azzardo a dire che ha fatto la morte che avrebbe voluto fare”.
“Oggi peraltro – ha ricordato il vescovo di Cremona – viviamo una sorta di coincidenza con questa messa in memoria di don Primo che è anche la sovrapposizione di due uomini semplici ed esigenti nella fede. E questa coincidenza ci indica la strada. La morte è una svolta e la vita è fatta di svolte, ma il protagonista è sempre vivente ed è il Signore, che noi continuiamo a seguire grazie a don Primo, a Papa Francesco e a chi verrà dopo di loro”.
Simone Guarnaccia (foto e video Studio B12)