Lions Day: incontro con esperti
in autismo e neuroscienze

“Rendere umano l’autismo e sconfiggere lo spettro del suo pregiudizio. Questo l’obiettivo della serata organizzata in occasione del Lions Day, svoltasi all’Auditorium “Giovanni Paolo II” di Casalmaggiore e promossa dai circoli di Casalmaggiore e Sabbioneta Nova Civitas in collaborazione con l’associazione “Stelle sulla Terra” Odv.
«È stata una serata di emozioni forti – ha detto Giuseppe Guarnieri, referente distrettuale di circoscrizione per l’autismo –, come club è fondamentale la dimensione e la modalità del servizio per essere presenti nella società. E ci ha offerto l’opportunità di mettere in gioco nel sociale maggiori conoscenze e capacità».
L’appuntamento, infatti, rientrava all’interno della giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo. “Sono rimasta molto sorpresa”, ha spiegato la presidente dell’associazione Greta Visioli, “di poter promuovere una serata sul tema e raccontare la quotidianità di professionisti, genitori, sostenitori a contatto con questa realtà”.
Una “coincidenza” di date, ma soprattutto di intenti, per offrire al pubblico il racconto di una quotidianità in diretta, da molteplici punti di vista, come quella della patologia dello sviluppo. I relatori, moderati da Daniele Goldoni, hanno condiviso i propri studi ed esperienze personali per offrire maggiori conoscenze al pubblico su un disturbo neuro-evolutivo ancora oggi stigmatizzato dalla società.
Tra gli esperti in autismo e neuroscienze sono intervenuti l’analista Giulia Ferrazzi, la pedagogista Sabrina Dore e la presidente Work in Aut Maria Teresa Agosti. Uno dei momenti più toccanti della serata è stata la testimonianza di Ferrazzi:
«Uno dei primi casi che ho affiancato, quando ero stagista, fu proprio un ragazzo con autismo. Non sapevo cosa fare e l’educatrice di allora mi diede il suggerimento di lasciarmi guidare da lui. E l’incontro con il suo sguardo, insieme a tanti altri in seguito, mi ha fatto capire che uno degli stereotipi sulla realtà dell’autismo, ovvero che i ragazzi non vogliono comunicare, è una falsità».