Cronaca e stampa a Casalmaggiore
dalla seconda metà dell'Ottocento
La “Gazzetta di Casalmaggiore”, “Il Po – Bollettino della società democratica di Casalmaggiore”, “Il Lavoratore”, “L’Edera” e ancora “Il Corriere di Casalmaggiore”: sono i nomi di alcune delle pubblicazioni — spesso effimere — che, dalla seconda metà dell’Ottocento, contribuivano a informare, far circolare idee e spunti, e ad animare il vivace dibattito politico del tempo.
Veri e propri punti di riferimento per la vita sociale, politica e culturale di Casalmaggiore, elementi di un universo frastagliato ed eterogeneo descritto da un appassionato di storia locale, Costantino Rosa, che, tramite una ricerca ricca di molteplici spunti d’interesse, ha ricostruito profili, orientamenti politici e linee editoriali di tante di quelle testate. Pubblicazioni la cui diffusione non superava, nella maggior parte dei casi, i confini cittadini. Frutto di studi, ricerche e consultazioni in emeroteca, lo studio di Rosa è di estrema utilità anche per recuperare informazioni e ricostruire l’offerta editoriale del tempo.
“La Gazzetta di Casalmaggiore” — ricorda Rosa — era espressione di quella cittadinanza che voleva esprimere pacatamente le proprie opinioni in libertà”. Una pubblicazione in contrasto con un altro giornale: “L’Ignorante: corriere del circondario di Casalmaggiore”. Da una parte, una testata di matrice progressista, dall’altra, una pubblicazione di area liberale e conservatrice. “‘L’Ignorante’ – prosegue lo studioso – era stampato presso la tipografia Aroldi, dove avevano sede anche la redazione e l’amministrazione. Anche questo foglio usciva almeno due volte al mese e l’attesa nella cittadinanza per l’uscita dei due giornaletti (quattro pagine) doveva essere notevole, visti gli scontri e le invettive che entrambe le testate si scambiavano regolarmente”. Su alcune questioni, però, si trovavano intese:
“Ad esempio — prosegue Rosa — penso al caso delle varie espressioni di condoglianza per la morte del re Vittorio Emanuele II, il re ‘Buono’, e per il comune impegno a raccogliere dai propri lettori i denari necessari per la realizzazione di un monumento da posizionarsi in città. A tal fine, il Consiglio Comunale stanziò ben 1000 lire, così come 1000 lire stanziò per l’erigendo monumento a Garibaldi! Ed i monumenti al re, come a Garibaldi, non vennero mai fatti. Sappiamo però che, nell’84, vennero esposte in Comune due statue di gesso, opere dello scultore di Cremona Silvio Monti”.
Quando i due giornali cessarono le rispettive pubblicazioni, nacque “Il Corriere di Casalmaggiore”, la cui prima edizione risale al 6 settembre 1884: “Questa testata incalzò in continuazione gli amministratori perché si decidessero a mettere mano al nuovo palazzo comunale e alla sistemazione della piazza. Interessanti — osserva lo studioso — gli articoli dedicati alla presa di Roma, articoli in cui traspariva, non tanto velatamente, l’anticlericalismo che improntava i giovani redattori del giornale”. Nel 1890 inizia la propria avventura editoriale “Il Po – Bollettino della società democratica di Casalmaggiore”: “Avrebbe dovuto rappresentare il pensiero della parte democratica del Consiglio Comunale”.
Nello stesso periodo vide la luce “Il Lavoratore”, che cercava di uscire due volte al mese: “Tra gli scopi del giornale vi erano la difesa dei più deboli e la progressiva emancipazione dei lavoratori attraverso la battaglia elettorale, per avere in Consiglio Comunale una rappresentanza di lavoratori capaci di esprimere le esigenze delle classi meno abbienti”.
Nel 1900 arriva il periodico “L’Edera”, giornale politico, amministrativo, commerciale, agricolo di Casalmaggiore. “Indubbiamente — conclude Rosa — vi era un’indiscussa vivacità di pubblicazioni, frutto di una grande volontà di discutere e confrontarsi sui temi più disparati della nostra realtà. A volte la vivacità del dibattito sfociava anche in attacchi personali; lo scontro fra liberali progressisti e conservatori sfiorava anche lo scontro fisico, oltre che verbale, coinvolgendo personaggi non usi a tali comportamenti ed anche amministratori pubblici”.
Lorenzo Costa