Cronaca

Brebemi, Laudato Si: "Cittadini
non possono chiedere informazioni?"

In merito alla richiesta di verifica di sussistenza di danno erariale e azioni conseguenti a tutela dell’interesse pubblico, riferita alle società Brebemi, Centropadana e Stradivaria, prende posizione anche il gruppo Laudato Si Oglio Po, che difende l’operato di Maria Grazia Bonfante, riportando le parole della stessa.

Si tratta di un’istanza presentata come cittadini ad enti più competenti, per conoscere l’uso dei fondi pubblici relativamente ai casi in questione. Sinceramente non vediamo in ciò alcuna diffamazione: chiedere conto di dati pubblici è diventato un reato? Stiamo parlando del diritto di occuparci della cosa pubblica, informarci, partecipare e auspico che in molti vogliano esercitarlo. Rispetto alla reazione da parte della Società, quale denigrazione si può individuare in informazioni note da anni e pubblicate ovunque, a fronte inoltre di molteplici azioni intraprese a vari livelli per contrastare queste opere inutili e l’accumulo di debiti…? Società partecipate da enti pubblici – conclude M.G. Bonfante – che, invece di motivare compiutamente le proprie scelte si scagliano contro i cittadini che dovrebbero rappresentare…”.

Arriva infine un ultimo parere più che autorevole, quello di Paolo Maddalena (vicepresidente emerito della Corte Costituzionale): “Non mi sembra di ravvisare alcunché di offensivo nel comportamento dei due richiedenti, che si sono rivolti alle Autorità per accertare se, nell’attività delle SPA in questione (che esercitano un servizio pubblico), ci sia stato qualche errore nella gestione dei finanziamenti pubblici evidenziando, come da tempo a tutti noto, la costruzione di autostrade inutili, con conseguente danno erariale.

I due cittadini hanno agito nell’esercizio del diritto fondamentale di partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese, come sancisce l’articolo 3 della Costituzione, nell’interesse generale e in via sussidiaria, e come prescrive l’articolo 118, quarto comma, della Costituzione stessa. Inoltre, essi hanno presentato il loro esposto come “parte” del Popolo lombardo, in base a quanto sancisce l’articolo 2 della Costituzione, e a tutela della proprietà pubblica dei Lombardi, sia del suolo (che sembrerebbe sia stato inutilmente impermeabilizzato) sia dei manufatti e sia dei soldi pubblici. Le SPA in questione non hanno dunque nulla di cui dolersi”.

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