No al nucleare, partecipato
incontro a Viadana

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“Quando si prendono decisioni che passano attraverso la volontà popolare e quando la stessa si è esprime in modo inequivocabile, come è accaduto in Italia, non una volta ma in due occasioni, si sarebbe portati a pensare che oggi, quella del nucleare, sia un’ipotesi sepolta. Invece, come spesso avviene, la parola degli italiani è sistematicamente aggirata, come se non ci fosse stato un pronunciamento preciso in questo senso.”
Questo l’incipit dell’intervento introduttivo di Paolo Bergamaschi nel partecipato appuntamento di venerdì 31 gennaio presso la sede della associazione La Meridiana in via Ospedale Vecchio a Viadana. In apertura, il moderatore della serata “Liberi dal nucleare per le energie rinnovabili”– incontro che rappresenta, di fatto, l’inizio della mobilitazione del Comitato “Sì alle energie rinnovabili, no al nucleare” – ha fatto parallelismi con le strategie di altre nazioni nell’ambito di politiche energetiche.
“Nel corso dell’ultima campagna elettorale, a parte l’estrema destra, tutte le forze politiche in Germania sono state concordi nell’opporsi a un ritorno all’atomo. In Italia, invece, tutto questo non avviene. Nel 1987 e nel 2011 l’espressione dei cittadini è stata netta, inequivocabile, massiccia”. Una voce che si è alzata, con forza, anche dal Comprensorio casalasco-viadanese in passato e che sta tornando a farsi sentire. In una sala gremita molti attivisti, protagonisti di quelle contestazioni, accanto a tanti giovani.

Una trasversalità riscontrabile anche nel numero di associazioni, comitati e gruppi che si sono coesi tra loro. “Le centrali di quarta generazione – ricordano dal fronte pro rinnovabili – non esistono ancora. Invece è quasi pronta una legge per imporci mini centrali nucleari di terza generazione, molto costose e pericolose come le grandi, con gestione delle scorie radioattive e sistemi della sicurezza sottratti alla comunità locali che le ospiteranno”. “Dall’esecutivo – ha proseguito Bergamaschi – si è parlato di nucleare avanzato; vorrei capire se si tratta solo di “cosmesi dialettica” o meno”.
Successivamente si è discusso anche dello “stato dell’arte” delle rinnovabili: “Come nazione siamo in ritardo sugli obiettivi di Parigi, per arrivare al 2050 alla decarbonizzazione – non solo italiana ma europea – però ci sono step intermedi, come quello del 2030 che, ancora una volta, come Paese ci vede in ritardo”. A seguire, l’intervento di Gianni Tamino, biologo, già docente presso l’Università di Padova, che ha evidenziato una serie di dubbi, interrogativi e criticità ponendo, ad esempio, problemi di tecnologie, sicurezza e smaltimento delle scorie.
Al termine, un focus del ricercatore del CNR ed esponente del coordinamento della Rete Italiana del fotovoltaico per la ricerca e l’innovazione Massimo Mazzer che si è prodotto in una spiegazione dei benefici connessi all’utilizzo delle rinnovabili: “Il confronto tra queste fonti d’energia e il nucleare, nel 2025, è surreale.”

Argomento poi proseguito da Damiano Chiarini, presidente della Comunità Energetica Rinnovabile Casalasco-Viadanese. Il presidente dell’Associazione Persona-Ambiente, – figlio di Umberto, storico attivista e anima del movimento antinuclearista nel territorio in passato – ha anticipato la promozione di una serata informativa sulla Cer Casalasco-Viadanese (dopo quella in Auditorium Santa Croce a Casalmaggiore di mercoledì 22 gennaio) in programma il 13 febbraio al MuVi.
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