Cultura

Motta Baluffi, un vecchio blog
indelebile memoria di Dante Barili

Un vecchio blog, di quando ancora la sostanza veniva prima d’ogni altra cosa, e la grafica non era fondamentale. Un lavoro che ancora adesso rileggiamo volentieri perché merita il tempo che vi si dedica. E chissà che ne sarebbe stato se Dante Barili, di Motta Baluffi, non si fosse addormentato a soli 50 anni il 2 settembre del 2013, dopo una malattia.

Agente della Polizia Provinciale, appassionato cultore della civiltà contadina e dei ricordi, amante delle vecchie cascine che conservano memorie anche quando ormai silenti nelle campagne hanno solo un destino: quello di scomparire, pietra per pietra. Senza che nessuno possa farci nulla. Resistono sì, non tutte ma tante, ombre nella nebbia, fragili baluardi nelle estati torride. Hanno passato storia, e tempo e vite. E tante le abbiamo perdute. Ne ha narrato Dante. Mirabilmente anche se con tratti lievi, narrato…

Ne ha salvate – fortunatamente – di storie Dante. E di racconti, scutmai, memorie, vite, migranti, nomi, episodi. Tante sezioni, che scoprirete voi stessi, poche parole, tantissima sostanza. Tante anche le foto, molte talmente piccole da essere quasi invisibili. Ma è un appunto che riusciamo a fare adesso, con il senno di poi. Alcune sono di una rara bellezza.

Il suo, come ricordò in giorni tristi l’allora sindaco di Motta Baluffi Dante Vacchelli fu il primo tentativo (riuscito peraltro) di fissare una parte di memoria di Motta Baluffi sul web. Tutte storie interessanti, tutte, per i cultori di quel che passa, storie intense, di quelle che non si raccontano più. In dialetto o in italiano. Di migranti, di soldati, di personaggi, di case, di golena. Di bombe.

Un vecchio blog, che ancora ci rende fieri di una terra in cui esistono o sono esistiti, cavalieri erranti che narrano memorie ormai sbiadite. Memorie ancor più instabili perché nei piccoli paesi le narrazioni si spengono più alla svelta se non vengono nutrite. Se poi le voci che le narrano si spengono, per tempo trascorso, disgrazia o destino.

Dante Barili questo ha fatto. Ha amato talmente tanto la sua terra d’averci dedicato del tempo. Con cura e dedizione, con tantissima passione che ancora brilla nelle sue parole e nel suo blog. Vi invitiamo a darci un’occhiata, a salvarlo, se cultori della materia, tra le cose che ogni tanto vale la pena riprendere…

Le pietre parlano, e parlano sempre. Ma ci vuole chi prima o poi le loro voci sia in grado di raccoglierle. C’è chi ancora lo fa. Pensiamo al giornalista Paolo Panni, l’eremita del Po e di golena. Pensiamo a Costantino Rosa, ricercatore Casalasco e profondo cultore della storia piccola, di quella che difficilmente trovi nei libri ma che con più interesse leggi. Le pietre parlano, e parla il tempo perduto. Parla anche un blog dal sapore antico.

Ricordiamo così Dante Barili e speriamo che possa farlo pure l’amministrazione del suo paese. Perché, tra le persone che qualcosa hanno lasciato nella memoria lui c’è. E continua a narrarci la sua terra e le sue genti…

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Na.Co. (Foto Dante: La Provincia Cremona)

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