Marcinelle, 68 anni fa la tragedia
della miniera: il nostro contributo
Il disastro di Marcinelle avvenne la mattina dell’8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. Si trattò d’un incendio, causato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. L’incendio, sviluppandosi inizialmente nel condotto d’entrata d’aria principale, riempì di fumo tutto l’impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani. Tra i lavoratori c’erano cremonesi, casalaschi e altri operai delle nostre terre.
Passate le prime ore di stupore, la mobilitazione fu generale. La Croce Rossa, i Vigili del fuoco, la Protezione civile, l’esercito e la polizia (ma anche semplici cittadini) unirono le loro forze. Nei giorni successivi arrivarono rinforzi di soccorso da Ressaix, Frameries, Beringen. Dalla Francia arrivò Emmanuel Bertieaux con delle apparecchiature di radiotelefonia, dalla Germania arrivò Karl Von Hoff con un laboratorio mobile per le analisi dei gas. Le scuole dei dintorni furono convertite in mense e dormitori, le chiese in camere ardenti. E mentre in superficie l’assistente sociale G. Ladrière, “l’angelo del Cazier”, cercava di consolare le famiglie, nelle gallerie Angelo Galvan, “la volpe del Cazier”, cercava i suoi compagni di lavoro. Galvan e i suoi amici soccorritori, tra molti pericoli, nel fumo, nel calore e nella puzza di bruciato e di morte cercarono, invano, eventuali superstiti.
La notte del 22 agosto, alla profondità di 1 035 m, svanirono le ultime speranze. Il giorno 8 agosto intanto la giustizia aveva avviato la sua inchiesta. Il 13 agosto furono sepolte le prime vittime. Il 25 agosto, il ministro dell’economia Jean Rey creò una commissione d’inchiesta, alla quale presero parte due ingegneri italiani, Caltagirone e Gallina del Corpo delle Miniere Italiane. Anche la confederazione dei produttori di carbone creò la sua inchiesta amministrativa. Queste tre inchieste dovevano fare “ogni luce” su cosa era accaduto nel pozzo St. Charles di Marcinelle il mattino dell’8 agosto 1956. Nessuna di queste istituzioni mantenne pienamente le sue promesse.
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