Cultura

Casalmaggiore, Costantino Rosa
e il primo grattacielo via Martelli

Non è un pezzo recentissimo, ma come tante cose messe lì, e poi riproposte per caso (in questo caso da un algoritmo di facebook), non perde di interesse e fascino. Proviene dalle ricerche di uno storico d’eccezione di questo territorio, Costantino Rosa. La sua è una pennellata sugli anni del relativo benessere nel secondo dopoguerra, con lo sviluppo edilizio che ha interessato anche Casalmaggiore. Rosa ci ricostruisce la storia, pubblicata nel 2020, del primo grattacielo in città, di quando la città voleva correre al passo con realtà forse più grandi. Dopo il grattacielo di via Martelli vennero quelli di via Bixio e il palazzo di piazza Turati. Prima di accorgersi – forse – che a Casalmaggiore sarebbe stata necessaria, e più consona, una edilizia maggiormente connessa al territorio. Guardando all’oggi forse non tutto è andato come doveva andare, ma questa è un’altra – lunga – storia che al momento non narriamo. Ci gustiamo le parole di Costantino Rosa al quale va il nostro grazie sempre per la semplicità e al contempo la lezione che riesce sempre a darci.

Negli Anni ’60 – spiega Rosa – Casalmaggiore non può non avere un simbolo del boom economico, del benessere diffuso che avanza, dell’essere capoluogo di un territorio ancora prevalentemente agricolo. Ed ecco che in Via Martelli, già via Crispi, una delle vie con belle ville in stile fine ottocento o primi del nuovo secolo, con i relativi ampi giardini, abitata da famiglie benestanti e molto conosciute in città, una di quelle strade che nel catasto teresiano del 1855 ancora non esisteva, e pur tuttavia con un bel teatro, il Teatro Imperiale (purtroppo andato a fuoco nel 1938), ecco sorgere quello che nel linguaggio comune venne definito il “grattacielo”: oltre 28 metri di altezza, 158 gradini, con ascensore (al tempo oggetto che attirava curiosi essendo il primo nella storia casalasca così alto), al piano terreno uffici, negozi ed in cima 400 metri quadrati di terrazza da cui scorgere un meraviglioso panorama di tutta la cittadina ai suoi piedi. Ben sette piani più il piano terra, appartamenti per 21 famiglie. Costruttore: Ditta Fratelli Bottoli con il coinvolgimento di altre ditte locali quali la Ceramica di Vicobellignano, le ditte Stabili, Bini e Mori, e Zani per i serramenti. 250 tonnellate di cemento più il ferro.
Simbolo di modernità, oggetto di critiche per la localizzazione ma poi anticipatore di altri interventi edilizi con la stessa altezza sempre in via Martelli, altri in Via Bixio ed in Piazza Vecchia.

Lo skyline di tutta Casalmaggiore venne profondamente modificato anche se tale modello di sviluppo edilizio venne poi abbandonato per lasciar posto ad un’edilizia più vicina alle tipologie locali, con linee moderne ma comunque con altezze molto più modeste, anche nei condomini.

Via Martelli quindi come via si potrebbe dire “sperimentale”: nuovi palazzi chiamati grattacieli, nuovo cinema teatro, uno dei più belli di tutta la zona, la sede del locale IACP del 1932, le prime ville in stile liberty ed una villa ultramoderna con prato all’inglese antistante. Insomma un bel laboratorio a cui hanno attinto ispirazione tante altre realtà.

(Foto dell’incendio del teatro imperiale tratta da “Casalmaggiore che cambia” del Miro Lanzoni)”

Na.Co.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...