Anziano in Rsa, via i soldi. Per
la cognata condanna definitiva
Le accuse erano di furto e di autoriciclaggio
Per la cognata di un anziano ricoverato alla Casa di Riposo Busi di Casalmaggiore che si era visto portare via il denaro dal conto corrente, la condanna è diventata definitiva: 2 anni, 4 mesi e 4000 euro di multa, con danni da risarcire quantificati in 15.000 euro. Davanti al giudice di primo grado era stato condannato anche il nipote a 2 anni e 400 euro, pena sospesa. Per lui c’era solo l’accusa di furto, mentre alla cognata era stato contestato anche l’autoriciclaggio. Alla donna, 70 anni, la sola ad aver fatto ricorso, la pena è stata confermata in via definitiva, ma i giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso sulla sospensione della pena, che negli altri gradi di giudizio non era stata concessa. Gli atti sono quindi stati restituiti ad un’altra sezione dell’Appello che dovrà affrontare la questione.
Per l’accusa, l’imputata e il nipote dell’anziano avevano approfittato del fatto che il parente, muratore in pensione, fosse ricoverato al Busi, dove era degente dal 23 dicembre del 2019 in seguito ad un ictus, per impossessarsi, il 13 gennaio del 2020, di 233.400 euro, denaro asportato dal conto corrente dell’anziano e sul quale la cognata aveva la delega ad operare almeno dal primo dicembre 2019. I due, mediante firma apocrifa della vittima, avevano eseguito un bonifico dal conto con causale “donazione-regalia”.
Il 12 giugno del 2020, inoltre, la sola 70enne, mediante la stipula con un istituto assicurativo di due polizze vita dal controvalore di 140.319 euro ciascuna, aveva trasferito il denaro provento di furto in attività speculativa, così da ostacolare l’identificazione della sua provenienza illecita.
Sara Pizzorni