Cronaca

Ladri a segno agli Amici del Po:
rubato il motore dell'Anguilla

Ladri di motori a segno nella notte tra martedì e mercoledì al Lido Po di Casalmaggiore: a finire nel mirino dei malviventi, ancora una volta, l’Anguilla del Po, l’imbarcazione acquistata qualche anno fa dagli Amici del Po che aiuta i turisti a passare da una sponda all’altra del fiume e a bordo della quale vengono organizzati a volte momenti culturali.

A sparire è stato il motore, uno dei due, con i fili staccati dal resto del natante: un furto su commissione probabilmente, di certo non il primo per l’Anguilla del Po, che aveva già subìto un’altra disavventura simile in passato. Era il 22 dicembre 2020, quando l’Anguilla venne rubata e poi fatta ritrovare a Viadana, arenata alla spiaggia senza più i due motori in quel caso. Il 9 settembre 2021, invece, un nuovo tentativo di intrusione venne scongiurato dall’allarme che suonò tempestivamente mettendo in fuga i ladri.

Stavolta l’allarme non ha suonato. “I ladri – spiega Paolo Antonini, presidente della Polisportiva Amici del Po di Casalmaggiore intervenuto sul posto assieme a Graziano Lanzetti – hanno utilizzato qualche strumento per mettere fuori uso l’allarme stesso e hanno girato le telecamere affinché i loro movimenti fossero ripresi soltanto di striscio. Abbiamo già provveduto a fare denuncia e abbiamo già ordinato il nuovo motore, sentendo anche l’assicurazione, in modo che da lunedì l’Anguilla possa ripartire. Dai movimenti registrati anche dalla telecamera dell’attracco, che non è stata manomessa, si notano due uomini che, col volto travisato, si dirigono con una imbarcazione di proprietà di un ragazzo di Gussola verso un punto non precisato. Probabilmente lì era pronto un furgone ad aspettarli, per caricare il motore. Non ci stupiremmo di ritrovare ora l’imbarcazione del ragazzo gussolese su qualche spiaggia, dato che presumiamo sia stata utilizzata soltanto per trasportare il motore”.

Ma è evidente che la piaga dei furti sul Grande Fiume non si è purtroppo ridimensionata. “Il Po è sempre più terra di nessuno – spiega Antonini -. Due giorni fa furti di questo genere sono stati messi a segno a Boretto, la scorsa settimana a Polesine Parmense. I predoni sul Po ci sono sempre stati ma il tema dei confini non è mai stato affrontato in modo adeguato e questo è il risultato. Le barche non sono auto: non possiamo metterle in un garage”.

Giovanni Gardani (video Alessandro Osti)

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