Cronaca

L'autopsia rinnega la prima
ipotesi: Erika è annegata

L’autopsia ha alla fine smentito il primo parere dato dal medico legale e dunque ora tutte le piste restano percorribili: è morta annegata Erika Boldi, la ragazza di 26 anni originaria del Mantovano, di San Martino dall’Argine, morta nel canale Tartaro a Vigasio, nel Veronese, dove la giovane aveva diverse amicizie e anche un fidanzato.

Ciò significa che la ragazza, al momento in cui è entrata (o è stata gettata) nelle acque del canale, era ancora viva. Il medico legale aveva escluso l’annegamento perché dalla bocca di Erika non era uscita acqua. In realtà però soltanto l’esame approfondito ai polmoni, eseguito nella giornata di martedì all’ospedale di Verona, ha potuto dare un responso incontrovertibile: Erika è dunque morta annegata.

Questo riapre eventualmente l’ipotesi del suicidio, ma non esclude nemmeno quella dell’omicidio, che potrebbe essere sia volontario che colposo. Qualora infatti Erika fosse stata buttata nel canale priva di sensi o comunque in stato di incoscienza, evitando il soccorso, ecco che si configurerebbero accuse gravi per chi ha compiuto il gesto. Viene in questo modo esclusa soltanto la morte per overdose, che era stata ipotizzata considerando che Erika soffriva di tossicodipendenza, tanto che la sua famiglia stava cercando di convincere la giovane a entrare in comunità a San Patrignano.

“A questo punto servirà conoscere l’esito completo dell’autopsia – ha commentato l’avvocato della famiglia di Erika, Marco Pezzotti di Verona – perché si riaprono varie possibilità. L’unica certezza è che Erika non è morta di overdose ma dobbiamo ora ricostruire i vari passaggi che la portano in quella zona”.

Erika è stata vista alle ore 23.30 in un bar di Villafranca con alcune amiche, dopo di che fa perdere le proprie tracce: il suo corpo, senza indumenti addosso, viene ritrovato nel pomeriggio di domenica da un addetto del consorzio di bonifica, che sta facendo scolare l’acqua dalle chiuse del canale. Da lì inizia il mistero.

G.G. 

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