Cronaca

L'Arma di Roccabianca ferma un
40enne, merce rubata a Viadana

I Carabinieri di Roccabianca hanno denunciato, un albanese quarantenne, presunto responsabile del reato di ricettazione di oggetti asportati a seguito di molteplici furti commessi in alcuni comuni della “bassa”.

I fatti risalgono all’anno 2022 quando, una sera del mese di dicembre i Carabinieri di Roccabianca coadiuvati dalla Stazione Carabinieri di Busseto avevano fermato una autovettura rubata e recuperato refurtiva di vario genere.

I Carabinieri venivano allertati da un messaggio “allert” inviato dai sistemi di video sorveglianza installati nel Comune di Roccabianca che indicava il passaggio di vettura rubata, un Opel Astra con targa straniera sottratta nel mantovano.

I Carabinieri di Roccabianca, ricevuta la segnalazione, ed in costante contatto con personale della Polizia Locale di quel comune, che ha fornito importante supporto tecnico per l’estrapolazione dei dati relativi ai passaggi in tempo reale, si sono immediatamente attivati e, allertata la Centrale Operativa della Compagnia, hanno predisposto un dispositivo utile a intercettarla.

La centrale ha inviato una pattuglia dei Carabinieri di Busseto in località “Ongina”, per impedire ai (presunti) malviventi di allontanarsi verso la provincia di Cremona. Dopo pochi minuti i militari, ben visibili grazie ai dispositivi luminosi fissi, che negli ampi spazi della bassa risultano visibili da chilometri, hanno segnalato una macchina corrispondente alle descrizioni che, ingaggiata la rotonda che porta al ponte, alla vista del posto di controllo aveva cambiato repentinamente direzione, accelerando verso il Comune di Polesine Zibello. La “trappola” predisposta dai militari schierati sul territorio era scattata. I Carabinieri di Busseto si sono posti all’inseguimento con lampeggianti e bitonali, spingendo la vettura attenzionata verso il blocco predisposto da altri militari sopraggiunti, nei pressi del cimitero di Polesine Zibello.

Alla vista del dispositivo di sbarramento i delinquenti, con una gazzella alle calcagna e la strada chiusa da militari schierati e pronti all’intervento, non hanno potuto far altro che fermare la macchina, abbandonarla e fuggire per i campi, facendo perdere le proprie tracce nel buio e nella nebbia di quei giorni. La vettura, sequestrata e restituita agli aventi diritto al termine degli accertamenti di rito, era colma di refurtiva: tablet, computer portatili, oggetti tecnologici di ogni tipo, portafogli, vestiario, monili in oro e altri gioielli.

I Carabinieri di Roccabianca, avviati i riscontri incrociati, sono riusciti a risalire a furti occorsi nei giorni precedenti nei comuni di Sissa Trecasali, Roccabianca e Viadana, restituendo il maltolto ai proprietari, entusiasti di rientrare in possesso di oggetti che pensavano ormai irrecuperabili. Nel frattempo hanno avviato al RIS dei Carabinieri di Parma reperti rinvenuti in sede di accertamenti tecnici; tra questi, una bottiglietta d’acqua, verosimilmente utilizzata da uno dei malfattori che, al termine degli accertamenti di laboratorio sul DNA, ha restituito l’identità di un cittadino albanese quarantenne, gravato di numerosi precedenti specifici in ambito di crimini predatori e quindi già schedato nella banca dati nazionale. Il pregiudicato, raggiunto da avviso di garanzia, fatto salvo il principio di innocenza fino a sentenza definitiva, dovrà rispondere al Tribunale di Parma della grave accusa di ricettazione continuata e aggravata per un cumulo di pene potenziale che supera i cinque anni di reclusione.

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