Cinema e Teatro

Behind the Scenes. San Giovanni
l'atto come un mezzo terapeutico

Si intitola Behind the Scenes – L’atto performativo come mezzo terapeutico la mostra in data unica in programma sabato 23 marzo alle 20.00 a Villa Medici del Vascello a San Giovanni in Croce. L’evento unico è curato da Nicoletta Biglietti e Matteo Galbiati e coinvolge quattro artisti: Filippo Riniolo, Alessio Cardenia, Leonardo Sinopoli e Mona Lisa Tina.

Il palinsesto performativo prende ispirazione dalla figura della storica padrona di casa della Villa, Cecilia Gallerani, un’icona di cultura, intelligenza e sensibilità; la celebre Dama con l’ermellino fu “donna che raccontò il proprio tempo attraverso le arti”; quelle stesse arti anche nel corso dell’evento illustreranno il tempo dell’oggi con le sue fratture, contraddizioni e dissidi; ma che al contempo proporranno anche una Soluzione, una via di fuga, da questo scenario.

Un percorso esperienziale e partecipativo che attraverso le performance dei 4 artisti – Alessio Cardenia con Clochard, Filippo Riniolo con Weft, Leonardo Sinopoli con Energy Exchange e Mona Lisa Tina con Tra Te e me – condurrà il fruitore a osservare l’inosservabile. A scostare quel velo che troppo spesso cala sull’animo dell’uomo. Un uomo che deve svelare le proprie fragilità, le proprie debolezze e i propri dissidi interiori per conoscersi e riconoscersi, ritrovando grazie all’arte un nuovo equilibrio vitale.

L’iniziativa vanta il patrocinio di numerose realtà tra cui il Comune di San Giovanni in Croce, il Comune di Cremona, Villa Medici del Vascello, l’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia, il CrArT – Cremona Arte e Turismo APS; un palinsesto performativo reso possibile grazie alla partnership con La Galleria BPER Banca, Auricchio Spa, Gruppo Impresa Cultura di Confcommercio Provincia di Cremona e l’ufficio stampa Serena Cominetti.

Il Novecento – commenta Matteo Galbiati, curatore dell’iniziativa – addirittura fin da alcune sue primissime Avanguardie, ci ha “donato” il massimo elemento da intendersi come opera: il corpo dell’artista. Questo, come strumento ultimo di significazione, estremo e determinante, ha caricato su di sé tutte le dinamiche urgenti dell’espressività e del desiderio di legame con il mondo di diversi autori. Ognuno, a suo modo, è ricorso alla propria fisicità per comunicare messaggi, per determinare posizioni, per indurre riflessioni. Se all’inizio erano provocazioni, poi contestazioni o rivendicazioni, oggi, molti artisti, pur proseguendo nel solco di quelle modalità, si rivolgono alla società cercando una sorta di pacificazione emotiva e sensibile, così il corpo dell’artista diventa anche strumento collettivo di “cura”, tramite di una pacificazione, spunto per una riconsiderazione delle nostre posizioni-azioni in seno ai dilemmi e alle problematiche del nostro universo contemporaneo. Alessio Cardenia, Mona Lisa Tina, Filippo Riniolo e Leonardo Sinopoli si impegnano, con il loro “agire” poetico, a farsi cassa di risonanza emotiva: liricamente e sentimentalmente efficaci il loro “gesti” sanno indurci a ri-sentire sensazioni, altre e diverse modalità di osservazione, di cui, altrimenti, poco ci cureremmo. Il loro corpo è metodo per un esperire non solo un valore estetico, ma soprattutto, principi morali di cui loro provano ad essere fonte primaria di esempio e prova testimoniale”.

Per l’associazione CrArT – sottolinea Tommaso Giorgi, presidente di Cremona Arte e Turismo – l’arte è il centro attorno al quale gravita la propria essenza e la propria natura d’essere. L’arte come espressione del sé, anche come mezzo per capire e disvelare il proprio essere in relazione con il Mondo, rappresenta un punto imprescindibile per qualsiasi attività di CrArT, ecco perché siamo particolarmente contenti di poter patrocinare un evento come questo che ha il valore aggiunto di vedere protagonisti giovani artisti e giovani curatori“.

Cremona, città di Monteverdi e Stradivari, è la capitale mondiale del violino – afferma Roberto Codazzi, presidente di Impresa Cultura di Confcommercio della Provincia di Cremona – ma tutta la nostra provincia è disseminata di giacimenti di arte e cultura, da nord a sud, dal Cremasco alla Bassa. Recuperata nella sua originaria e straordinaria bellezza, Villa Medici del Vascello a San Giovanni in Croce, con le sue tracce leonardesche, è oggi un laboratorio culturale a getto continuo di cui l’evento Behind the Scenes è tra i più originali momenti di questa stagione“.

Behind the Scenes – L’atto performativo come mezzo terapeutico offre la possibilità di apprezzare l’atto performativo in ciclo unico sabato 23 marzo alle 20.00 e di scoprire in una veste particolare Villa Medici del Vascello (San Giovanni in Croce – CR). Prenotazione obbligatoria.

Weft di Filippo Riniolo – L’Odissea è un Nostos, un ritorno a casa. E celebra Ulisse, Odisseo, il ritorno a casa dell’uomo. dell’ingegno. Colui che con un cavallo di legno ha vinto una guerra che con la forza non riusciva a concludersi. Nostos è il ritorno a casa. Ma casa dove? Dove c’è Penelope che lo aspetta. L’attesa di Penelope “regge tutta la trama” del peregrinare nel mediterraneo. Lei, come lui, con l’ingegno si conquista la libertà. Con l’astuzia conquista l’autodeterminazione di non accettare altro uomo di colui che lei amava.

Il telaio di Penelope è uno strumento di autodeterminazione e perno del testo epico per eccellenza. Perché la casa è e rimane il luogo dove qualcuno ci aspetta.

L’opera ribalta il punto di vista patriarcale dell’Odissea e guarda tutto non dalla nave di Odisseo, ma dal telaio di Penelope. Senza quel telaio, tutte le avventure sarebbero state un inutile naufragare.

I fruitori entrano nella stanza e sentono l’Odissea in greco antico, ricostruita da un filologo americano. E vedono l’artista al centro della stanza seduto davanti al telaio e alla lana.Ogni fruitore è invitato ad accostarsi all’artista, sedersi, e l’artista mostra come si usa il telaio, tessendo un pochino di quella tela, accostando una vicenda all’altra, come la raccolta di avventure dell’Odissea. Mentre si tesse, l’artista chiede “chi ti aspetta a casa?” e parla qualche minuto riflettendo su quanto la casa non sia un luogo fisico, ma il posto dove qualcuno ti aspetta. Così lo strumento dell’attesa, dell’autodeterminazione, è anche luogo dell’incontro. Per ripensare il viaggio di tutti e di ciascuno.

Clochard di Alessio Cardenia – L’idea di presentare un progetto al confine tra arte e realtà nasce con l’obiettivo di innescare nello spettatore il dubbio nell’osservare l’opera d’arte. La performance è divisa in due atti, ognuno dei quali affronta due aspetti fondamentali della psiche: conscio e inconscio.

In un primo momento, precisamente all’ingresso della Villa, lo spettatore si troverà ingannato dalla scultura iperrealista di un clochard che chiede l’elemosina mediante un bicchiere e un cartone con la scritta ‘Ho fame’, ponendosi in una condizione emotivamente scomoda perché si sentirà costretto a lasciare un’offerta. Inoltre, il fruitore avrà un senso di confusione poiché difficilmente comprenderà come una figura misera, quale il barbone, possa aver accesso entro i cancelli di Villa Medici del Vascello in quanto luogo sorvegliato.

L’opera, attraverso la rappresentazione iperrealista della fisicità umana, ha lo scopo di indagare la vita del cittadino e la reazione individuale, poiché sarà solo nel secondo momento della performance che si svelerà il trompe l’oeil contemporaneo.

Lo spettatore si troverà all’interno di una stanza in penombra, la cui fonte luminosa sarà esclusivamente lo schermo posto a terra verticalmente, in scala 1:1 con il clochard, che riprodurrà l’immagine in diretta della scultura esposta all’esterno dell’edificio. Innanzi al video, un bicchiere e un cartone con la scritta “I’m an artist”, scioglieranno l’inganno precedentemente creato.

Energy Exchange di Leonardo Sinopoli

Immergiamoci in un rituale multisensoriale, amalgamando corpo e voce per riscoprire l’arte come veicolo di condivisione e rigenerazione. Senza restrizioni o direttive rigide, il nostro spazio rituale diventa un luogo di interazione, dove la partecipazione attiva e l’osservazione si fondono in un unico fluire di energia.

Lasciamoci attraversare dai suoni sacrali e gutturali, avventuriamoci in un viaggio terapeutico, lasciando che le frequenze acute stimolino la nostra mente in una danza risolutiva. In questa collettività diventiamo creatori di benessere e sopravvivenza, riaffermando la potenza trasformativa dell’arte nella costruzione di spazi di condivisione.

Tra Te e me di Mona Lisa Tina – Nella performance Tra Te e me, per la prima volta in assoluto, ho pensato di integrare nell’installazione luminosa (posta in cima ad un “altare”) alcuni disegni, opportunamente rielaborati, presi da una selezione di immagini prodotte da pazienti (adulti e bambini, provenienti da diversi Paesi del Mondo) che ho seguito in quindici anni di lavoro come arte terapeuta, all’interno di differenti contesti.

Sul piano più squisitamente concettuale – e trattandosi di un intervento site-specific – aspiravo a far emergere altri significati del dolore, a ribaltarne le sue prospettive legate spesso all’incomunicabilità culturale e religiosa tra gli individui per suggerire, anche solo per la durata della performance, l’alternativa simbolica di una politica di cambiamento. Un cambiamento dove il perdono consapevole, il dialogo, l’inclusione sociale e la dimensione di cura e conforto rappresentano gli unici eccezionali strumenti umani in grado di ripristinare senso e obiettività ai nostri giorni.

Durante lo svolgimento dell’azione mi avvicino ad ogni presente sussurrandogli parole di amorevole gentilezza e conforto, parole dettate dall’intensità della comunicazione silenziosa dei nostri sguardi.

Nonostante la realtà contemporanea si riveli sempre più violentemente incomprensibile e fragile, desidero – anche soltanto per il tempo della performance – ricordare ai presenti che siamo individui unici, preziosi e irripetibili nella nostra complessità.

redazione@oglioponews.it

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