Cronaca

33 anni per una sentenza: la Corte
Conti "beffa" la vecchia giunta

Trentatre anni per arrivare ad una sentenza. O meglio, per renderla esecutiva. Tanto che a pagare sarà, tra gli altri, chi all’epoca era sindaco e oggi ha la bella età di 89 anni. 30mila euro a testa per quattro: oltre all’ex primo cittadino Antonio Borghesi, l’ex segretario comunale Franco Nardone e gli ex assessori Carlo Pasquali e Palmiro Paini. In totale 120mila euro: un salasso, proprio quando si pensava che quella pagina fosse ormai chiusa e finita in archivio.

Accade a Scandolara Ravara e di mezzo ci sono prototipi dei moderni autovelox. Nel 1991 a fornirli e gestirli è una ditta bresciana, la Italservizi, oggi nel frattempo fallita: all’epoca gli incassi finiscono non ai comuni per sistemare le strade, ma ai privati.

Nel 1991, appunto, la giunta di Scandolara decide di recedere dal contratto e viene così citata in giudizio. Inizia un lungo bacio di ferro, durante il quale il comune – con le varie amministrazioni – si difende. Ma la sconfitta è su tutti i fronti, finché nel 2016, venticinque anni dopo, si pronuncia anche la Cassazione.

All’epoca il sindaco di Scandolara era Velleda Rivaroli, eletta da due anni e che resterà in carica fino al 2019. Il comune chiede uno scontro e lo ottiene, paga 100mila euro ma segnala, da prassi e per legge, il debito fuori bilancio alla Corte dei Conti. Ed è qui che inizia la seconda parte della storia.

L’organo costituzionale infatti è chiamato a stabilire l’eventuale colpa o dolo all’interno di quel debito fuori bilancio, valutando se sussista un danno erariale. Nel 2022 la prima sentenza contro la giunta del 1991, che ricorre ma perde nuovamente e si vede costretta, trentatre anni dopo, a pagare: 120mila euro da “rifondere” al comune, considerando interessi e altre spese legali. A oltre trent’anni dai fatti, una tempistica che lascia come minimo perplessi.

G.G.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...