Cronaca

Bocconi avvelenati tra Mariana e
Redondesco: morto un segugio

L’esca letale era costituita da una polpetta di carne nella quale era contenuto il veleno.

Una tragedia, quella avvenuta nei campi tra Mariana Mantovana e Redondesco qualche giorno fa: due cacciatori liberano tre segugi che immediatamente fiutano qualcosa sul terreno, lo addentano e in pochi secondi iniziano a tremare in preda alle convulsioni, gli occhi riversi e la bava alle fauci. Uno dei tre muore poco dopo, gli altri due hanno la possibilità di raggiungere la più vicina clinica veterinaria ad Asola.

I due segugi vengono sottoposti a lavanda gastrica e a cure per mezzo di un antidoto, e, dopo aver lottato tra la vita e la morte, fortunatamente si riprendono. Le analisi hanno rivelato nel corpo la presenza di sostanze organofosforiche, prodotti usati principalmente come pesticidi, quindi altamente tossici.

“Negli animali – ha spiegato il dottor Marco Parisio della clinica veterinaria di Asola – questi prodotti provocano sintomi tipici come tremore, forti dolori e spasmi, bava alle fauci e possono condurre anche al decesso”. “Erano esche per uccidere dei carnivori – prosegue il veterinario – non certo animali erbivori, come ad esempio le nutrie”.

In questo caso l’esca letale era costituita da una polpetta di carne nella quale era contenuto il veleno. Una modalità che costituisce un reato e che può portare all’uccisione indiscriminata di piccoli carnivori selvatici come volpi e faine, ma anche dei nostri amati animali domestici. Il luogo di rinvenimento delle esche è l’area nei pressi del Romitorio di San Pietro, a metà strada fra Mariana Mantovana e Redondesco.

Il Romitorio di San Pietro

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