Mostra al Museo del Violino,
mandolini e carte stradivariane
La rassegna si svolge in occasione dei primi dieci anni di attività del Museo, a testimoniare come i temi dell’accessibilità, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio siano assi centrali e trasversali di tutti le politiche gestionali dell’istituzione
Un Museo non è solo le proprie collezioni o sale espositive, ma è soprattutto un concorso di saperi e buone pratiche. La mostra “La cura del Patrimonio – mandolini e carte stradivariane”, al Museo del Violino, a Cremona, dal 28 ottobre al 7 gennaio, a cura del conservatore Fausto Cacciatori, svela al pubblico e condivide il senso di azioni svolte quotidianamente, lontano dai riflettori, per garantire la tutela e la conservazione di un giacimento culturale prezioso fatto di strumenti, storia e competenze.
La rassegna si svolge in occasione dei primi dieci anni di attività del Museo, a testimoniare come i temi dell’accessibilità, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio siano assi centrali e trasversali di tutti le politiche gestionali dell’istituzione. In questi anni sono state promosse, con il coordinamento del conservatore, indagini scientifiche, momenti di divulgazione e pubblicazioni, mentre interventi di restauro hanno restituito ora la bellezza ora perfino la fruibilità di alcuni beni.
È il caso dei cinque mandolini presenti negli inventari del Museo Civico dagli anni Cinquanta ma mai prima d’ora presentati al pubblico. Il più importante è stato costruito, nel 1770, da Zosimo Bergonzi, figura rilevante di una celebre famiglia di liutai cremonesi la cui attività interseca direttamente quella di Antonio Stradivari. È uno strumento particolarmente importante ma, purtroppo, anche piuttosto compromesso. Più della metà della tavola armonica è andata perduta e con essa parte dell’incatenatura, della decorazione attorno al foro armonico e il ponticello. Il guscio, in ebano, è stato arricchito con una filettatura metallica sovrastante e inconsueta. Un impianto decorativo in metallo è presente pure sulla tastiera. L’elaborato tema grafico e l’utilizzo di una lega di argento lasciano supporre la realizzazione per un committente facoltoso, forse un nobile cremonese.
Viene restituito alla fruizione dopo un restauro conservativo curato da Tiziano Rizzi e dagli allievi dell’Università di Pavia seguito a una campagna diagnostica non invasiva, svolta dal Laboratorio Arvedi e Cr.Forma, per caratterizzare i materiali costituivi, studiare la tecnica costruttiva del mandolino e individuare precedenti interventi di restauro.
Poiché le condizioni non hanno permesso il recupero completo sia sul piano estetico sia funzionale, assume particolare interesse la realizzazione, da parte dello stesso Rizzi, di una copia capace di restituire l’aspetto originario e la suggestione del suono. L’inaugurazione della mostra, alle 10 di sabato ottobre, sarà seguita da un breve concerto di Ugo Orlandi proprio con questo strumento. Quindi sarà esposto accanto all’originale.
Senso affine ha la copia, anch’essa presentata, del mandolino Coristo di Antonio Stradivari, realizzata dalla Scuola Internazionale di liuteria. La realizzazione di queste copie è anche occasione per una riflessione sul il rapporto tra tradizione e trasmissione anzitutto, ma pure le ragioni della convivenza fra adesione a un modello e istanze di superamento. Esiste sempre un nesso critico tra progetto e tecnica costruttiva: abilità manuale e progetto culturale sono tra loro strettamente legati, assolutamente dipendenti in maniera reciproca. In questo senso il Museo è presenza dialogante con istituti di ricerca e artigiani contemporanei.
Accanto agli strumenti afferenti la scuola cremonese ne saranno, inoltre, presentati tre di area milanese e uno toscano. Quest’ultimo e due tra quelli di provenienza lombarda furono donati da Aristide e Gherardo Cavalli, figli di Lelio, animatore della Officina liutaria Monteverde, al Comune di Cremona. Nel verbale di consegna, redatto nel 1958, si legge la determinazione a esporli “nelle sale dell’istituendo museo organologico al Palazzo dell’Arte”. Oltre sessant’anni dopo questo intento trova applicazione.
Un patrimonio ritrovato di grande importanza è anche il ricco corredo di forme, attrezzi e disegni utilizzati da Antonio Stradivari nella propria bottega. Donati da Giuseppe Fiorini nel 1930 costituiscono una delle sezioni più interessanti e visitate del Museo. Dal 2016 al 2021 oltre 200 reperti cartacei sono stati oggetto di restauro conservativo. Una sezione della mostra documenterà le diverse fasi del lavoro svolto da Francesca Telli: dalle analisi chimiche alla pulitura, dalla disinfezione alla spianatura, dalla riparazione di strappi e lacune al riposizionamento delle etichette dal verso al recto per favorirne la lettura. Dal 2014, inoltre, i reperti esposti sono stati inseriti in passepartout realizzati con cartoni ideali per la conservazione a lungo termine mentre le opere non esposte sono state collocate ciascuna in una camicia in carta barriera da conservazione e successivamente in scatole realizzate con cartone conservativo.
In occasione della rassegna “La conservazione del Patrimonio” anche il Museo diventerà un piccolo laboratorio. All’interno della sala “la bottega dei liutaio”, sarà possibile osservare l’applicazione di un trattamento anossico alle forme interne utilizzate da Antonio Stradivari per la costruzione dei propri strumenti, anch’esse afferenti la collezione di reperti donata da Fiorini. Il trattamento di disinfestazione anossica prevede che il manufatto rimanga in un sacco, al cui interno vi sia atmosfera ricca di azoto, per tre settimane, trascorse le quali è garantita la morte di tutti gli insetti xilofagi presenti in qualunque stadio di vita: adulto, pupa, larva e perfino uova. L’intervento è curato da Curzio Merlo e dalla Scuola di Restauro Cr.Forma.
Tutti questi interventi saranno illustrati e approfonditi nel pomeriggio di sabato 28 ottobre, dalle 14,30, in sala Fiorini del Museo del Violino, durante l’incontro di studio “La Conservazione del Patrimonio”. Interverranno Fausto Cacciatori (Conservatore Museo del Violino), Michela Albano (Università di Pavia), Curzio Merlo (Laboratorio di Diagnostica Applicata Cr.Forma, Cisric Università di Pavia), Tiziano Rizzi (Docente Laboratorio di Restauro Strumenti a Pizzico, Università di Pavia), Riccardo Angeloni (Restauratore Abilitato), Luisa Campagnolo (Studentessa del Corso di Restauro, Università di Pavia), Luca Rocca (Restauratore Abilitato), Francesca Telli (Esperta nel Restauro di libri, documenti e opere su carta e pergamena).
L’ingresso al concerto di Ugo Orlandi (ore 11) e alla giornata di studio è libero e gratuito.
LA CURA DEL PATRIMONIO
MANDOLINI E CARTE STRADIVARIANE
Museo del Violino
piazza Marconi 5 – Cremona
Orario di apertura: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì
dalle 11 alle 17, sabato e domenica dalle 10 alle 18
redazione@oglioponews.it