Opinioni

Nicola Taurozzi: alleviamo il
Pronto Soccorso con il CAUB

In Italia occorrerebbero 735 Caub. In Lombardia 120. In definitiva i CAUB permetterebbero di ridurre in maniera significativa gli accessi impropri ai Pronto Soccorsi che rappresentano il 75% del totale degli accessi

I Pronto Soccorsi ospedalieri sono al collasso non solo per le carenze dei medici, ma soprattutto per gli accessi impropri (codici bianchi e verdi) rappresentati da patologie minori, non gravi che potrebbero essere trattate direttamente da strutture sul territorio. Occorre riposizionare i Pronto Soccorsi ospedalieri per le loro reali funzioni emergenziali. Come fare? Nicola Taurozzi Primario Emerito ed ex Docente Università di Milano ha proposto in un recente incontro su “PNRR E Sanità” La sperimentazione dei CAUB, centri di assistenza per urgenze a bassa complessità in grado di fare da filtro e quindi di alleggerire i 118 e i Pronto Soccorsi. “Sarebbero strutture a disposizione dei cittadini per prestazioni urgenti, non gravi a bassa complessità che riguardano patologie minori (ad esempio dolori vari, coliche, febbri traumi non complicati ecc.) che possono essere trattate sul territorio. Tali strutture con operatività h 24, 7gg su 7, possono essere gestite dall’ex guardia medica affiancata da infermiere di comunità e strumentario diagnostico di base. Il medico del Caub decide se il paziente può  essere trattato sul territorio o se deve essere inviato per una patologia complessa tramite attivazione del 118 al Pronto Soccorso. IL numero ideale sarebbe di un CAUB ogni 80.000 persone. In Italia occorrerebbero 735 Caub. In Lombardia 120. In definitiva i CAUB permetterebbero di ridurre in maniera significativa gli accessi impropri ai Pronto Soccorsi che rappresentano il 75% del totale degli accessi”.
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