Quattro donne per il Coordinamento
cittadini per l'ospedale Oglio Po
Tre gli esempi snocciolati da Passerini, con la volontà di partire da un incontro pubblico nelle prossime settimane, per fare capire perché Oglio Po non sembra avere un grande futuro davanti: il mancato turn over, anche dopo i pensionamenti; le esternalizzazioni; e la burocrazia che blocca alcuni progetti (è stato fatto l’esempio del Day Hospital Oncologico). GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Dare forma alla protesta, ma soprattutto tenere altissima l’attenzione sull’Ospedale Oglio Po. Parte da una locandina, da un manifesto dal titolo “Riaccendiamo il nostro ospedale” il Coordinamento Cittadine e Cittadini per l’ospedale Oglio Po, che si è presentato ufficialmente nelle scorse ore, con l’intento di darsi da fare per non abbandonare il nosocomio di Vicomoscano.
D’accordo la politica, ma anche i cittadini devono fare la loro parte: e mettersi in prima fila sono quattro donne, che compongono il Coordinamento, ossia Laura Passerini e Annise Grandi, entrambe con un passato professionale proprio a Oglio Po, l’ex insegnante di Viadana Dina Rosa e ancora Maria Luisa Paroni. Ma la volontà è di andare oltre, anche perché Oglio Po nasce dalla chiusura di tre ospedale a inizio anni Novanta (Casalmaggiore, Viadana e Bozzolo) e dunque i sacrifici sono già stati fatti.
Tre gli esempi snocciolati da Passerini, con la volontà di partire da un incontro pubblico nelle prossime settimane, per fare capire perché Oglio Po non sembra avere un grande futuro davanti: il mancato turn over, anche dopo i pensionamenti; le esternalizzazioni di servizi essenziali; e la burocrazia che blocca alcuni progetti (è stato fatto l’esempio del Day Hospital Oncologico, inaugurato a dicembre ma non ancora partito).
G.G.