Nuova Farmacia, CNC all'attacco:
"Non escludiamo Corte dei Conti"
Non risulta per nulla chiaro la ragione di investire un milione di euro per stare in affitto, non si sa per quanto. Concludono col sottolineare che i costi superano i benefici. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Ad avvenuta inaugurazione della struttura tornano a parlare della nuova farmacia di Casalbellotto gli esponenti di Cnc Fabrizio Vappina e Mario Daina e quelli di Rive Gauche Pierluigi Pasotto e Valentina Mozzi. Facendo seguito a quanto dibattuto in occasione del Consiglio Comunale, in qualità di consiglieri comunali eletti, al fine di poter esercitare la loro funzione di controllo, e non certo un atto di lesa maestà, su una azienda in house partecipata al 100% dal comune di Casalmaggiore, dichiarano di avere richiesto la seguente documentazione mai pervenuta:
- copia del contratto di locazione stipulato per il nuovo stabile nel quale si inserirà la nuova farmacia a Casalbellotto.
- copia di qualsiasi documento redatto con la controparte privata in merito a questa operazione (accordi, impegni fra le parti, etc..)
- copia del file in formato autocad dwg con i rilievi del vecchio stabile di proprietà di AFM e copia planimetrica nei formati disponibili
- copia di contratti e/o accordi scritti stipulati con i professionisti che utilizzano i locali del piano superiore o altri spazi situati nello stabile.
- infine, di poter effettuare sopralluoghi tecnici, autorizzati, all’interno dei locali del vecchio stabile.
“Dietro le sopracitate richieste – spiegano i consiglieri – ci siamo detti disposti a compartecipare alle spese per l’approntamento degli atti in elenco ma, oltre ad avere disatteso le nostre istanze, rimane il fatto della rappresentanza all’interno del CDA che esaspera le problematiche di controllo e di verifica che l’opposizione dovrebbe poter esercitare poiché, da quando abbiamo questa amministrazione, nessun membro indicato da noi ha mai fatto parte del CDA di AFM vietandoci la possibilità di svolgere una normale e sacrosanta operazione di controllo su base amministrativa delle scelte strategiche aziendali intraprese”.
Proseguono sottolineando che i cittadini devono essere informati del fatto che la nuova sede non è di proprietà di AFM ma privata e quindi vincolata ad un affitto di 30 mila annui per sei anni. Per questa ragione stanno aspettando di vedere il contratto d’affitto, eventuali vincoli e clausole di recessione per i quali, i consiglieri di minoranza, hanno depositato richiesta di accesso agli atti. Se secondo il CDA l’affitto è in linea con i dati OMI (quotazioni immobiliari) secondo i rappresentanti di CNC e di Rive Gauche è assolutamente sproporzionato e fuori mercato, mercato per il quale non risulta siano state fatte indagini reali e proattive per trovare alternative alla scelta attuale perché i requisiti richiesti per la nuova sede erano veramente stringenti (non lontana più di 150 mt, accesso dalla strada, al piano terra, etc..).
Così, tra sei anni l’amministrazione che seguirà avrà la possibilità di acquistare l’immobile a prezzo massimo di 750 mila euro, cifra forse rivedibile (bella patata bollente per gli amministratori che verranno). Se il Presidente Marco Ponticelli e giunta comunale sostengono che non avere più una sede operativa di proprietà bensì in affitto, permetterà ad AFM di non avere indebitamenti per acquisto o ristrutturazioni e di ammortizzare i costi di arredi e macchinari (500 mila euro), CNC e RG ritengono invece l’operazione una perdita di valore aziendale. Proseguono affermando la criticità del non conoscere ad oggi il destino della vecchia sede, quali sono le intenzioni nei confronti dello stabile (ristrutturazione, trasformazione, vendita) e soprattutto quale sarà il destino degli ambulatori attualmente destinati a servizi. Ricordano che si tratta della parte ristrutturata nel ’96, ergo ancora in buono stato, in cui al momento esercitano il medico di base e due psicologi.
Gli amministratori, che volevano una sede di 200 mq, hanno scordato che la vecchia, considerato anche il piano superiore, è ben oltre i 200 mq? Queste informazioni non sono state condivise perché, secondo Ponticelli, rischiano di turbare il mercato così, nessuna rassicurazione è stata data in merito ad una eventuale svendita. “Abbiamo chiesto – continuano in alternanza i quattro consiglieri – di essere informati attraverso le Commissioni, di eventuali decisioni e valutazioni ma continuiamo ad avere le notizie solo dalla stampa. Ponticelli e amministrazione sostengono che ristrutturare il vecchio immobile, ripetiamo più ampio e di proprietà, avrebbe comportato la chiusura di otto mesi della farmacia portando a ingenti perite di fatturato e non hanno pensato di trasferirsi in affitto per un solo anno in un altro immobile, al fine di rinnovare direttamente la sede, perché si rischiava un aumento dei costi (stime di cui non abbiamo nemmeno una perizia). Stiamo invece in affitto per sei anni, a 30 mila euro l’anno, passati i quali chi vivrà vedrà!!! È chiaro – aggiungono – che si stanno facendo stime e valutazioni di immobili in quell’area, è chiaro che abbiamo chiesto materiali per fare dei nostri progetti e presentarli ai cittadini in alternativa ed è altresì chiaro che, se gli atti che ci verranno forniti e che avrebbero dovuto fornirci prima, non ci convinceranno, non escludiamo di rivolgerci alla Corte dei conti per una analisi”
Secondo CNC e RG, nel sottolineare che la loro non vuole essere polemica senza proposte, sostengono che si sarebbe dovuto partire da una valutazione delle potenzialità del vecchio stabile, per altro molto più grande del nuovo, ammodernare il piano inferiore e ristrutturare il piano superiore, forse pure senza interrompere l’attività, trasferire gli ambulatori, quindi il medico di base e altri professionisti al primo piano, mettendo un ascensore o montacarichi, opzione questa non considerata, mentre le rampe per accesso disabili, la porta scorrevole, gli arredi nuovi ci sono già.
La presenza degli ambulatori nello stabile della farmacia creerebbe un ritorno diretto comodo all’utenza e utile aIla farmacia. Gli ambulatori oggi sono ancora lì ma nessuna garanzia è stata data sul rischio che vengano trasferiti altrove. Per l’opposizione serviva quindi o riqualificare il vecchio stabile o prenderne uno ancora più grande ma DI PROPRIETA’ a cui accorpare servizi ambulatoriali. Non risulta per nulla chiaro la ragione di investire un milione di euro per stare in affitto, non si sa per quanto. Concludono col sottolineare che i costi superano i benefici con la probabilità che il vecchio stabile venga svenduto per avere vantaggi in bilancio, mentre la comunità perderà una proprietà, col rischio tra sei anni, di dover rinnovare l’affitto a vita o comprare ad una cifra per la quale mancherà potere di contrattazione o peggio… chiudere la farmacia e far perdere la sede alla frazione.
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