Agricoltura

Pera mantovana Igp, Coldiretti:
dal 2016 persi oltre 100 ettari

Il settore, prosegue Morselli, “è inevitabilmente in crisi e i timori sono quelli di un taglio delle superfici sensibile anche nei prossimi anni, col rischio che una coltivazione che da oltre un secolo caratterizza l’agricoltura professionale mantovana possa scomparire"

I cambiamenti climatici (e non solo) ridimensionano la coltivazione di pere in provincia, una delle colture simbolo del territorio che in pochi anni – dal 2016 a oggi – ha perso oltre il 16% delle superfici, diventando per molti un orientamento produttivo incerto. Lo rileva, in occasione dell’apertura del Macfrut di Rimini, Coldiretti Mantova, che evidenzia una perdita di oltre 100 ettari nel giro di 6-7 anni per la Pera mantovana Igp. Dai 720 ettari circa del 2016, la pera in provincia di Mantova è passata a 610 ettari nel 2022, “e con la triste prospettiva di una contrazione di superfici anche nei prossimi anni”, preconizza Pier Paolo Morselli, presidente di Coldiretti Ostiglia e della cooperativa ortofrutticola Corma.

“In questi anni i coltivatori di pere hanno dovuto fronteggiare due gelate in tre anni, la siccità, l’aumento anomalo delle temperature estive, la grandine, la cimice asiatica, l’alternaria, per non parlare dell’aumento dei costi di produzione, della chiusura dell’export verso la Russia, la concorrenza dall’estero, la perdita di competitività e mercati incerti”, elenca Morselli.

Il settore, prosegue Morselli, “è inevitabilmente in crisi e i timori sono quelli di un taglio delle superfici sensibile anche nei prossimi anni, col rischio che una coltivazione che da oltre un secolo caratterizza l’agricoltura professionale mantovana possa scomparire, con una perdita fortemente negativa per la regione, visto che oltre l’80% delle pere lombarde vengono coltivate nella nostra provincia”.

Per non parlare del calo dei consumi, con gli italiani – sottolinea Coldiretti – che hanno ridotto del 17% le quantità di pere acquistate nel 2022, il dato peggiore dall’inizio del Terzo millennio.

Uno scenario fortemente preoccupante, che potrebbe essere salvato in parte – secondo Morselli – con “la convocazione di un tavolo tecnico e l’istituzione di un centro sperimentale di frutticoltura per individuare soluzioni in campo non teoriche, in grado di aiutare gli agricoltori”.

I cambiamenti climatici, denuncia in particolare Coldiretti Mantova, impongono un approccio sperimentale concreto per valutare un ricambio varietale, così da introdurre varietà più resistenti ai fenomeni in atto.

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