Cronaca

Viaggio della Memoria, prima tappa
in Alsazia dei "nostri ragazzi"

Aggiunge Tiziano Zanisi (Divisione Acqui), riferendosi al dibattito in corso tra gli storici: “Servirebbe più storia che memoria, o comunque senza basi storiche, senza lo studio della storia, la memoria rischia di restare fine a se stessa”.

Occhi lucidi e tanta emozione per gli studenti cremonesi che oggi, nell’ambito del viaggio della memoria 2023, hanno visitato il campo di concentramento di Natzweiler-Struthof, ad una cinquantina di chilometri da Strasburgo, e compreso gli orrori e la tragedia umana che nei primi anni Quaranta del secolo scorso ha avuto come teatro l’unico campo di concentramento realizzato dai tedeschi in quello che ora é territorio francese: l’Alsazia, regione di confine che la Germania nel 1940 occupò.

Il campo fu operativo dal 1941 al 1944, vi transitarono oltre 40.000 persone tra prigionieri politici e partigiani in lotta per la libertà e sono state oltre 20.000 coloro che qui persero la vita, 1600 i deportati italiani. Sostanzialmente un campo di lavoro con una settantina di sottocampi, a Natzweiler vennero costruite altresì una camera a gas e un forno crematorio. Evacuato dalle SS tedesche per evitare di essere travolti dall’avanzata degli Alleati, il campo, che teneva in prigionia cittadini provenienti da quasi tutta Europa, venne definitivamente liberato nel 1944 dagli americani.

“La conoscenza storica e il lavoro fatto in preparazione al viaggio grazie agli incontri con storici e testimoni è stato fondamentale”, ha detto Ilde Bottoli, referente del Viaggio della memoria. “Come dice anche Liliana Segre, non si può affrontare la visita ai campi senza conoscerne la storia. É imprescindibile per una adeguata comprensione di quanto accaduto in passato”.

Aggiunge Tiziano Zanisi (Divisione Acqui), riferendosi al dibattito in corso tra gli storici: “Servirebbe più storia che memoria, o comunque senza basi storiche, senza lo studio della storia, la memoria rischia di restare fine a se stessa”.

La giornata é proseguita al pomeriggio con la visita al memoriale dell’Alsazia/Mosella, un museo che ripercorre la storia travagliata di una regione contesa tra Francia e Germania e che per quattro volte in poco più di 100 anni ha cambiato nazione. Alla Necropoli, fuori dal recinto del campo di Natzweiler Struthof, ai piedi del monumento al deportato, la fiamma in granito voluta da De Gaulle negli anni 60 per celebrare la libertà, la democrazia e il sacrificio dei resistenti europei, si é tenuta la commemorazione finale, alla presenza di tutta la delegazione cremonese, con la deposizione delle corone di alloro da parte dei ragazzi e dei rappresentanti degli enti locali cremonesi e del coordinamento per la pace.

Tra gli interventi, quello del direttore del memoriale Guillaume D’Andlau, di Ilde Bottoli, che ha sottolineato “l’importanza della Resistenza europea per l’affermarsi dei valori di libertà e pace”; Tiziano Zanisi ha ricordato gli eccidi di Cefalonia e Corfù; alcuni studenti del Romani di Casalmaggiore e del Torriani di Cremona hanno letto passi dell’opera Necropoli di Boris Pahor, scrittore triestino di lingua slovena, testimone degli orrori del campo di Natzweiler; uno studente dello Stradivari di Cremona ha suonato al violino l’”Ave Maria” di Astor Piazzolla e infine i ragazzi dello Sraffa di Crema hanno proposto alcune riflessioni sul lavoro da loro svolto in preparazione al Viaggio.

Dall’inviato in Alsazia (Francia)
Simone Bacchetta

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