Chiesa

Casalmaggiore, il messaggio
pasquale di don Rubagotti

Sostanzialmente questo è il felice Annuncio che vi rivolgo: la Pasqua del Signore ci impone di essere protagonisti della sua salvezza combattendo oggi perché l’umanità passi dai pensieri di morte a pensieri di vita

Ogni anno viviamo come uomini il ciclo delle stagioni – con tutte le riserve e i commenti riferite al fatto se siano ancora “quattro” – e come cristiani la Liturgia attraverso la quale, come afferma l’annuncio della Pasqua proclamato nel giorno dell’Epifania, “nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza”.

E’ un fare memoria, perché ricordare significa proprio portare nel cuore: mi è caro, mi appartiene questa realtà di cui parliamo; è un vivere perché l’Avvenimento ricordato riguarda il mio passato, il mio presente, il mio futuro.

La Pasqua di quest’anno è realtà perché Gesù con la sua morte e risurrezione si è fatto Pasqua per noi; perché Egli continua nel presente a donare i frutti della salvezza e noi, oggi, viviamo l’incontro con Lui. Si tratta di un fatto basilare che ridona al cristiano la coscienza del suo essere: per se e per la storia. Per se, perché dona la consapevolezza di chi siamo d’innanzi a Dio; per la storia perché costituisce la vocazione di ogni battezzato. Una buona rappresentazione pittorica di tutto questo la troviamo nella controfacciata del Duomo di Cremona.

Sulla parete Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone, realizzò tra il 1520 e il 1521 la crocifissione di Gesù. In una scenografia drammatica e vitale si alternano figure vestite all’antica e figure contemporanee a chi, nel cinquecento, le guardava. Un artificio ben orchestrato per coinvolge lo spettatore/fedele nella crocifissione storicamente compita secoli precedenti: quello che è successo, lì e allora, riguarda il tuo presente e la tua vita!

Sostanzialmente questo è il felice Annuncio che vi rivolgo: la Pasqua del Signore ci impone di essere protagonisti della sua salvezza combattendo oggi perché l’umanità passi dai pensieri di morte a pensieri di vita; dalla pretesa sempre più esibita di reinventare l’uomo, all’umanità creata da Dio; dagli interessi per la guerra alla costruzione della pace; dall’insignificanza dell’uomo e del cristiano alla consapevolezza che il nostro essere qui e adesso fa la differenza.

E’ un violento passaggio quello che da spettatori ci fa protagonisti, ma necessario perché viviamo: ci introduce nella vita Pasquale; nella partecipazione alla formazione nel nuovo Consiglio Pastorale, nella coscienza di essere Chiesa. E’ generare, qui e ora, la vita come ci insegna la primavera che, snobbante di qualsiasi analisi, riaccende il mondo di fiori, colori e profumi. Anche nome di don Angelo, don Cesare e di don Arrigo Santa Pasqua a voi e ai vostri cari.

Rubagotti don Claudio, Abate Parroco

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