Cronaca

Crisi idrica 2023, la situazione
resta critica nell'area padana

I dati ufficiali dell’Osservatorio dell’Autorità del Fiume Po insieme ad istituzioni, enti di regolazione, agenzie di monitoraggio e stakeholder confermano che, all’avvio della stagione dell’irrigazione, il deficit desta particolare preoccupazione per i prossimi mesi

La situazione del fiume Tanaro, uno degli affluenti del Po

La crisi idrica non molla la presa nella gran parte dell’area Padana e se anche la parte meridionale offre qualche indicatore positivo solo in Emilia-Romagna, restano invece estremamente significativi i dati proiettati dai territori Piemontese e Lombardo dove le analisi comunicate dagli enti che si sono riuniti stamattina – nel corso del secondo incontro ufficiale dell’Osservatorio Permanente di ADBPo – hanno sostanzialmente ribadito la situazione idrologica di conclamato stress idrico già evidenziata un mese fa e peggiorata nelle ultime settimane alla luce della mancanza prolungata di precipitazioni in grado di colmare, anche solo parzialmente, il deficit ereditato dalla stagione del 2022. A dimostrare la grande attenzione d’istituzioni e portatori di interesse di fronte a questo fenomeno, che sembra non avere attenuazione, è stato il numero degli esperti che hanno preso parte alla riunione di Parma; oltre 70 rappresentanti di ministeri, regioni del distretto del Po, stakeholder e agenzie di monitoraggio hanno complessivamente offerto un quadro di palese difficoltà che si preannuncia, per i prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’agricoltura, fondamentale per le produzioni ed in cui sarà essenziale impiegare la risorsa in modo quanto mai equilibrato e consapevole da parte di tutti gli utilizzatori. 

Nell’insieme dei macrodati, raccolti e rielaborati dallo staff tecnico di ADBPo in stretta collaborazione con le Arpa regionali (consultabili integralmente all’interno del Bollettino ufficiale al link adbpo.it/osservatorio-permanente/), emergono alcuni casi che dimostrano chiaramente lo stato di sofferenza all’interno del distretto del fiume Po. Le portate rilevate nelle stazioni lungo l’asta del Po rimangono, al 6 marzo, ancorate ad uno stato di estrema o media gravità – San Sebastiano (TO) 26 mc/s; Casale Monferrato (AL) 50 mc/s; Valenza (AL) 103 mc/s; Isola Sant’Antonio (AL) 124 mc/s; Spessa Po (PV) 205 mc/s; Piacenza 279 mc/s; Cremona 387 mc/s; Boretto (RE) 444 mc/s; Borgoforte (MN) 569 mc/s; Pontelagoscuro (FE) 568 mc/s – e la quota appena superiore ai 632 mc/s registrata oggi nel Delta (a fronte di una portata-obiettivo di 450 mc/s) dimostra che il contesto, a questo periodo della stagione e alla vigilia della parte più consistente dei prelievi per l’irrigazione, si annuncia deficitario. 

L’intrusione del cuneo salino, sempre nei rami della foce del Grande Fiume, raggiunge già nel Po di Goro (secondo le analisi di Arpa Daphne in corso di ulteriore approfondimento) i 19 km di risalita delle acque salmastre. Anche i laghi mantengono quote minime: il Garda risulta ad oggi quello in  

maggior crisi con un riempimento solo del 25% e con AIPo che già da giorni ha provveduto alla chiusura (eccezion fatta per il deflusso ecologico di 8mc/s verso il Mincio) della diga di Salionze. Il lago Maggiore offre lo stesso panorama con un riempimento del 41,5% e con l’ente regolatore che conferma la scarsità di risorsa nei bacini di valle come mai negli ultimi 16 anni. I valori di riempimento, aggiornati al 6 marzo, sono i seguenti: Maggiore – Piemontese settentrionale 163 Mmc; Como – Lombardo Adda 43,8 Mmc; Iseo+Idro – Lombardo Oglio 25 Mmc; Garda – Lombardo Mincio 114,3 Mmc. 

Le precipitazioni scarseggiano notevolmente e il caso del Piemonte è il più emblematico con il dato ufficiale di Arpa Piemonte che conferma una anomalia delle piogge fino a -85% esclusa l’area del Cuneese, dove qualche nevicata ha ristorato leggermente il comprensorio sotteso. 

Venendo ai portatori di interesse, Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) ha comunicato che, ad oggi, nella parte nord occidentale del distretto, sono presenti diversi Comuni con il massimo livello di severità idrica, cioè con criticità su parte significativa dell’abitato, riempimento del serbatoio integrato con autobotti o atri interventi provvisori di somma urgenza; fra questi, 19 sono concentrati in Piemonte nelle provincie di Novara, Verbano Cusio Ossola e Cuneo.  

ANBI (l’Associazione dei consorzi di bonifica) ha avanzato l’immediata richiesta – condivisa dal Segretario Generale di AdBPo, Bratti – di poter provvedere, quanto prima, ad accumulare parte della risorsa idrica oggi disponibile nelle reti di canalizzazioni dei consorzi, in anticipo sulla consueta stagionalità, per creare le migliori e più efficaci condizioni di beneficio per le falde e i pozzi ad uso agricolo, ma naturalmente anche per habitat e biodiversità. 

Inoltre, ha sottolineato Alessandro Bratti, come “sia importante un confronto con i vari portatori di interesse per determinare il reale fabbisogno di risorsa idrica. È necessario avere un quadro conoscitivo complessivo delle derivazioni e concessioni che è, ad oggi, ancora frammentato. È altresì rilevante utilizzare e citare i dati ufficiali prodotti dalle Agenzie regionali”.

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