Salvini da Storti: "Lavoro per snellire
la burocrazia e velocizzare cantieri"
"Il MIT ha bisogno dell’impresa e ha totale fiducia in imprenditori e privati, che non sono potenziali problemi, ma anzi sono l’unica vera soluzione. Per questo la partnership pubblico-privato va favorita" ha detto il Ministro alle Infrastrutture. GUARDA GLI INTERVENTI VIDEO, IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1 E IL VIDEODIARIO DELLA VISITA
La presenza di Matteo Salvini, vicepremier e Ministro per i Trasporti e le Infrastrutture, alla Trasporti Pesanti di Piadena Drizzona è servita a fare il punto della situazione su alcuni temi che stanno a cuore al territorio. Dopo avere visitato l’azienda, Salvini ha infatti preso la parola prima di ricevere in omaggio un modellino di uno dei tir utilizzati dal colosso piadenese della famiglia Storti e un cesto di prodotti tipici cremonesi.
“Ieri (venerdì, ndr) ero a Mantova per parlare di sbloccare i cantieri dei ponti di San Benedetto e di Ostiglia e domani sarò a Vigevano per parlare sempre di infrastrutture – ha detto Salvini -. Sono al MIT da tre mesi ma stiamo cercando di accelerare sui tempi e di cambiare le norme che rallentano gli appalti. Il nuovo codice dei contratti vuole togliere i tempi morti e abbattere la burocrazia, perché la vera sostenibilità si pratica se si sbloccano i cantieri. Qui ho trovato intermodalità e logistica ottimamente applicate e, al contempo, ho toccato con mano le difficoltà del settore. Ad esempio nel reperimento di autisti, superato con gli investimenti virtuosi dell’azienda. Stiamo lavorando anche sui tempi di revisione del parco mezzi. Nelle prossime settimane inoltre sarò al Brennero, perché non possono esserci paesi che impongono limitazioni all’ingresso, violando la libera circolazione di uomini e mezzi. Il MIT ha bisogno dell’impresa e ha totale fiducia in imprenditori e privati, che non sono potenziali problemi, ma anzi sono l’unica vera soluzione. Per questo la partnership pubblico-privato va favorita. Chiudo dicendo che è bello iniziare il fine settimana finalmente in un azienda sana e in crescita, dato che ultimamente ho visitato molte aziende purtroppo in difficoltà”.
QUI SOTTO IL VIDEODIARIO DELLA VISITA
Al termine della visita, anche la famiglia Storti, col padre Elvezio e i figli (co-titolari) Stefano e Massimo, hanno incontrato i giornalisti per riassumere i problemi presentati, che riguardano la Trasporti Pesanti e tutte le altre aziende del settore. “Una delle battaglie da vincere riguarda l’aspetto autorizzativo per i mezzi eccezionali che servono il settore siderurgico. Ci stiamo lavorando. La nostra azienda continua a crescere, specie nella combinazione tra trasporto ferroviario e stradale per fornire un servizio a 360°: avevamo anche un’azienda che lavorava via fiume, ma le condizioni del Po non navigabile ci hanno convinto ad alienarla. A proposito del fiume, una compartimentazione dello stesso sarebbe un bene per l’economia e non farebbe male all’ecosistema”.
QUI SOTTO IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
“Col Ministro – ha aggiunto Stefano Storti – abbiamo parlato di problematiche e iniziato a costruire un percorso comune. La prima criticità è la carenza infrastrutturale importante nel nostro territorio e infatti abbiamo spinto per l’autostrada Cremona-Mantova. In secondo luogo il tema annoso del personale viaggiante, con gli anni del lockdown che hanno portato a una riduzione degli stipendi e svilito una professione che così è divenuta anche meno sicura perché meno formata. Noi abbiamo fatto fronte con un aumento degli stipendi e stiamo provando a creare nuove leve, ma in Italia ci sono tanti problemi: ad esempio anche se pagavamo noi le patenti ai nuovi guidatori, ecco che il riscontro in termini di personale non c’è stato, tanto che 2 su 3 autotrasportatori arrivano dall’Est Europa. Volevamo fare formazione nelle scuole, ma fino ai 24 anni la legge non offre la possibilità di lavorare su mezzi pesanti e di trasporto eccezionale. Chiediamo dunque al Ministero se vi siano margini di manovra. Infine la crisi dei veicoli, che sono costosi e lenti da reperire anche per il costo delle materie prime, con l’Italia che è purtroppo ai primi posti in Europa per vecchiaia (e dunque inquinamento causato) del parco mezzi; e la crisi delle revisioni, con le motorizzazioni intasate che non hanno la possibilità di tenere il passo sul controllo dei mezzi attivi sulla piazza”.
Giovanni Gardani (foto e video Alessandro Osti)