CNC, "Casalmaggiore, bilancio,
si è scelta la strada più semplice"
"Noi ci siamo, e siamo già partiti in ottica 2024. Lo spazio per una nuova proposta politica, per una politica fatta sempre più dai cittadini per i cittadini c'è. Abbiamo ben in mente la città che vorremmo, e sarà una città costruita con il contributo di tutti coloro che vorranno impegnarsi"
Si è scelta la strada più semplice. Quella cioé di aumentare i costi per i cittadini e dei tagli lineari. Questo, in estrema sintesi il parere sul bilancio previsionale di CNC (Casalmaggiore la Nostra Casa) emerso nell’ultima conferenza stampa dell’anno di ieri pomeriggio che fa seguito al Consiglio Comunale di Casalmaggiore. Conferenza stampa alla quale erano presenti Pierluigi Pasotto, Valentina Mozzi e Mario Daina. Un bilancio che non elimina nessuna delle grosse preoccupazioni per quello che sarà il futuro.
Tante le nubi all’orizzonte e tanti i problemi sottovalutati dall’attuale maggioranza. “Partiamo col dire che i 14 milioni di investimenti andranno tutti rendicontati con dovizia essendo legati al PNNR – spiega Pierluigi Pasotto – e non ci si potranno permettere errori, per non vedersi portare via i fondi mettendo in estrema difficoltà l’ente stesso. E sono tutti lavori che presuppongono un costo iniziale che potrà essere diverso poi da quello finale, come ci insegnano i lavori pubblici. E partiamo col dire che la pianta organica del comune non è adeguata ai carichi di lavoro che, con il 2023, aumenteranno. Sarà soprattutto l’ufficio tecnico che rischia di andare in difficoltà, ma è anche ora di pensare, per un comune come Casalmaggiore, ad un segretario comunale in pianta stabile. Questo il primo passo fondamentale”.
Non ci sta CNC all’aumento dei costi soprattutto per quello che riguardano i servizi scolastici. “Mi piace parlare con i numeri, ed i numeri dicono che nel 2015 la tariffa del trasporto scolastico era di 90 euro annui e quest’anno siamo a 150 euro. Nel 2015 il prescuola era gratuito. Quest’anno la mensa scolastica costerà per ogni bambino 96 euro al mese. Abbiamo chiesto all’amministrazione di quantificare quanto era la cifra legata ai rincari e ci è stato detto che era di 30 mila euro. Possibile che un comune che mette in cantiere 14 milioni di euro per lavori pubblici debba poi rivalersi sui cittadini per una cifra così irrisoria? Aumentare tariffe e tagliare è facile. Trovare il modo di non aumentare le tariffe, trovando altri modi nel bilancio per far saltare fuori a cifra per evitare i rincari lo è un po’ meno”.
FARMACIA E ASST – Capitolo a parte meritano la questione della nuova farmacia di Casalbellotto e delle risposte attese per quel che riguarda la sanità territoriale. “Nel nuovo anno ci muoveremo così, visto che possiamo farlo – ha proseguito Pasotto – e ogni volta che non saremo soddisfatti delle risposte convocheremo un consiglio comunale. Sulla farmacia abbiamo avuto accesso agli atti, così come richiesto, ma le risposte sono incomplete. Manca una stima di mercato sulla congruità dell’operazione, che a noi sembra elevata rispetto ai valori di mercato, come elevato ci sembra il valore dell’affitto per i prossimi sei anni. Tra sei anni sia AFM che l’amministrazione rischiano di trovarsi in grandi difficoltà. E poi non si è accennato affatto a quel che ne sarà del vecchio stabile. Sarà trasformato? Sarà alienato? E a che prezzo? E nel caso fosse poi alienato, che fine farà il medico che adesso trova spazio nei locali visto che dalle planimetrie in nostro possesso la nuova farmacia non sarà in grado di fornirgli un locale idoneo? Non vorremmo che alla fine di questi sei anni la vecchia struttura venisse ceduta ad un prezzo irrisorio, a discapito dell’interesse pubblico. Naturalmente a queste domande e ad altre sarà chiamato a rispondere il presidente di AFM Marco Ponticelli che chiameremo in consiglio a relazionare. Così come chiameremo in consiglio a relazionare i vertici di ASST e ATS che ci avevano promesso risposte alle nostre domande sulla sanità, e non ne hanno date. Convocheremo un consiglio con soli due punti, e saranno questi”.
IL CAMBIO DI METODO D’OPPOSIZIONE – Dal 2023 si cambia. Basta mozioni, basta proposte che tanto cadono tutte nel dimenticatoio o vengono accolte sempre con aria di sufficienza dagli assessori “Che, dal canto loro, non hanno grande fantasia e capacità di interazione: dobbiamo dare atto al sindaco Filippo Bongiovanni che è due spanne sopra tutti”. Si passerà alla richiesta di Consigli Comunali più stringenti a fronte dei problemi che emergeranno. “Abbiamo provato a porci in maniera propositiva – sottolinea Valentina Mozzi – portando in consiglio tante mozioni, neppure prese in considerazione o bocciate. E’ ora di cambiare modalità di fare opposizione: il nostro compito è quello di verifica e controllo, e quello faremo”. Basta tentativi di trovare una quadra, basta pure cercare di portare istanze in consiglio. Interrogazioni, interpellanze e consigli comunali convocati dalla minoranza sulle questioni ritenute degne di discussione ed approfondimento.
LO STATUS QUO – “Il bilancio – ha sottolineato Mario Daina – è la cartina al tornasole di questa amministrazione: l’impegno è quello di mantenere lo status quo. E sul tavolo tante questioni restano aperte. Scuola, sanità, lavoro: si è fatto davvero poco, non c’è una visione d’insieme di tutto il territorio. Anche sulle questioni messe in primo piano l’amministrazione ha miseramente fallito. Si pensi solo alla sicurezza, il primo punto messo sul piatto della bilancia in campagna elettorale. Abbiamo anche cercato di impostare la nostra opposizione in maniera propositiva, tra l’ironia dei consiglieri comunali, l’aria di sufficienza, gli esperti in plastiche, quelli che non ritengono problemi quelli che sono problemi e via dicendo. Su nessuna questione questa amministrazione, o meglio questo sindaco visto che tutto ruota attorno a lui, ci ha dato ascolto. Il nostro è un territorio sempre più isolato, incapace di farsi ascoltare, incapace di essere trainante e propositivo: manca una visione strategica su tante questioni, e questo è un grande problema”.
L’APPELLO – Manca un anno e mezzo alle prossime elezioni. Casalmaggiore, col calo demografico, rischia di arrivarci sotto ai 15mila abitanti. CNC fa appello a tutte le forze, ai giovani, alle realtà associative del territorio e ai singoli: “Noi ci siamo, e siamo già partiti in ottica 2024. Lo spazio per una nuova proposta politica, per una politica fatta sempre più dai cittadini per i cittadini c’è. Abbiamo ben in mente la città che vorremmo, e sarà una città costruita con il contributo di tutti coloro che vorranno impegnarsi”.
N.C.