Cronaca

Gussola-Torricella, prove di
fusione: adesso si fa sul serio

Il provvedimento è a firma della responsabile dei Servizi Finanziari Denis Giordana Torri, e riguarda l’affidamento diretto dell’incarico di uno studio di fattibilità per la realizzazione del progetto di fusione fra i due Comuni affidato alla ditta Revisori Associati con sede a Mantova. L’impegno di spesa è di poco più di 6mila euro. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Altri due Comuni del Casalasco hanno deciso di avviare un percorso che possa portare alla fusione. Si tratta di Gussola e Torricella del Pizzo, che da qualche anno fanno parte dell’Unione di Comuni Terrae Fluminis.

Il processo è ancora alle fasi preliminari, tanto che esiste una determinazione dell’area finanziaria dell’Unione che è datata addirittura 28 dicembre 2020. Documento che è rimasto nei cassetti per essere poi affisso recentemente, dal 29 ottobre al 13 novembre 2022, senza che però nessuno, a parte gli amministratori, se ne accorgesse.

Il provvedimento è a firma della responsabile dei Servizi Finanziari Denis Giordana Torri, e riguarda l’affidamento diretto dell’incarico di uno studio di fattibilità per la realizzazione del progetto di fusione fra i due Comuni affidato alla ditta Revisori Associati con sede a Mantova. L’impegno di spesa è di poco più di 6mila euro.

Chiediamo al sindaco di Gussola Stefano Belli Franzini se il progetto sia già e nelle mani dei due sindaci: «La bozza del progetto c’è già, ed il pagamento è stato effettuato». Ma perché la pubblicazione solo ora dopo due anni dalla determinazione? «Era rimasto in bozza, nel frattempo è stata fatta la fatturazione». Quali saranno i prossimi passi? «Direi che il primo sarà concertare un incontro tra i due Consigli comunali per valutare questa bozza progettuale, verificare le opinioni in merito, ascoltare le esperienze di altri enti locali e poi procedere alla valutazione. Intanto abbiamo una base di dati su quali è possibile ragionare».

La decisione, datata 2020, è stata presa quando sindaco di Torricella era ancora Emanuel Sacchini, cui chiediamo lumi: «In realtà se ne parlò poi il discorso rimase chiuso in mancanza di un successivo accordo. Poi la pandemia ha frenato tutto. Si tratta comunque di un progetto preliminare, che non va in scadenza e che serve per fare eventuali valutazioni».

Chiudiamo con l’odierno sindaco, Sigrid Bini: «Tra le varie valutazioni segue al bilancio se ne era parlato tra di noi, ma null’altro». Non è che le condizioni finanziarie del Comune vi consiglino la fusione? «Sappiamo che le entrate sono limitate e i servizi da offrire tanti, ma non è mai stata fatta una valutazione precisa. Diciamo che oggi abbiamo a disposizione un insieme di informazioni eventualmente da sfruttare».

Ricordiamo che per arrivare alla eventuale fusione l’ultimo passaggio sarà un referendum nel quale entrambe le comunità dovranno approvare la proposta a maggioranza. Referendum durante il quale si dovrebbe decidere anche il nome del nuovo Comune. Ma su questo punto è prematura fare anticipazioni, così come non è ancora possibile avere visione del progetto già redatto dalla ditta di Mantova.

V.R.

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