Nidec FIR, gli operai tornano ad
incrociare le braccia per il contratto
Gli scioperi - con preavviso minimo - continueranno. Al momento la proprietà non è tornata al tavolo della trattativa. Ma nessuno è disposto a cedere e a questo punto incrociare le braccia è solo la logica conseguenza della rottura della trattativa. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Prosegue il braccio di ferro tra gli operai della Nidec FIR International (Fabbricone) e la proprietà della stessa per i contratti di secondo livello fermi da due anni e per la gestione dei premi, estremamente penalizzante per i lavoratori. Ieri altro sciopero per ribadire il concetto che non si molla sino a quando non si potrà tornare ad un tavolo di trattativa con proposte che gli stessi operai definiscono “Dignitose per i lavoratori”.
“Abbiamo sentito anche l’RSU di Varano, altro stabilimento di FIR – ha sottolineato Marco Cagnati (FIOM CGIL) – e a loro è stato proposto lo stesso contratto esattamente uguale al nostro e anche loro hanno resppinto la nuova piattaforma. Avendo però un contratto diverso sul vecchio contratto di secondo livello hanno deciso che sino a dicembre rimarrà in vigore quello poi da gennaio riprenderà la trattativa. Anche loro sono sulla nostra stessa posizione, assolutamente non si può parlare”
“Questo è il secondo sciopero che facciamo – spiega Monica Tonghini (FIM CISL) – a sostegno di una vertenza che si è bloccata con una presa di posizione sul PDR che la proprietà ha voluto legare a tutti i costi alla presenza. Questo non è sconvolgente se la questione presenza esclude tutte quelle che sono le tutele che negli anni il contratto e le leggi hanno portato per esempio a sostegno delle famiglie. Non si può considerare una maternità un’assenza come non si può considerare una 104 un’assenza. Oppure considerare un infortunio sul lavoro un’assenza. La verità é che se accettiamo questo andiamo a sconfessare tutto quello che nel tempo abbiamo cercato e voluto in tutti i sensi portare a sostegno di queste situazioni particolari che una famiglia e un individuo, un lavoratore e una lavoratrice affrontano. E’ su questo tema che ci siamo incagliati. I lavoratori e le lavoratrici hanno capito che in ballo c’era qualcosa che andava oltre la normale retribuzione, ma che andava a toccare e a ledere quello che nel tempo è stato ottenuto”.
Gli scioperi – con preavviso minimo – continueranno. Al momento la proprietà non è tornata al tavolo della trattativa. Ma nessuno è disposto a cedere e a questo punto incrociare le braccia è solo la logica conseguenza della rottura della trattativa.
N.C. (Foto: Alessandro Osti)