Centro Diurno Fiorella, un
anno dopo: scommessa vinta
E' passato poco più di un anno dall'uscita dalla notte. Al Centro Diurno Integrato, tutto sa di vita. Dalle foto appese ai muri alle coperte appoggiate sulle poltrone, dalle immagini che scorrono sullo schermo in una delle sale, ai tavoli del refettorio
Le scommesse qualche volta si possono vincere. La vittoria è ben visibile al Centro Diurno Integrato Fiorella. E’ nel sorriso di tanti anziani, nella vitalità di chi ti racconta un piccolo pezzo della sua storia. Di quando la vita correva, ad esempio a Gussola, e ci si incontrava per strada con altre storie, altri volti ancora presenti. Ed altri andati ormai, per altre strade. Non sono ricordi nostalgici o opprimenti. Sono solo ricordi che vengono, e passano. Le scommesse si vincono, pensando in positivo. Pensando che dopo la lunga tenebra può sorgere l’alba. Deve sorgere l’alba. L’hanno pensata così nel CdA della Fondazione Busi, quando poco più di un anno fa, sul finire dell’estate, è stata presa la decisione di riaprire quella struttura che è un fiore all’occhiello, un servizio utile, indispensabile, a cavallo tra la RSA e l’abituale dimora. Era l’11 ottobre del 2021: la vita ripartiva anche all’interno di quell’accogliente struttura di via Romani. Era una scommessa, e guardando un paio di nonne e la loro serenità che ti si attacca addosso, quella scommessa è stata vinta.
LA BARBA COME RIVINCITA – Una di quelle nonne, sedute in attesa della festa, guarda la barba, e poi sorride. In stretto dialetto racconta che sua mamma avrebbe tagliato quella folta chioma che cresce verso il basso di notte, approfittando del sonno. Sorrido anch’io, è pure il desiderio neppure tanto nascosto di mia moglie e mia madre ma provo a raccontare a quella donna che la barba è una sorta di rivincita sulla calvizie precoce. “At fé ben!”, fai bene a tenerla. Poi le chiedo come si sta lì e mi spiega che si sta bene, che si fanno due chiacchiere, che il personale è attento, che ogni tanto vanno anche fuori. E’ la vita che corre in sintonia, e parallela a quella fuori. Una scommessa nella scommessa…
IL CENTRO DIURNO INTEGRATO – Non è una Casa di Riposo, non è una struttura di quelle in cui sai che entrerai per non uscirne più. Per belle che siano, e per funzionali che siano sai bene che una casa di riposo è questa. Il Fiorella è più simile ad una casa, ad una sorta di famiglia allargata. Arrivi alla mattina e a sera torni nella tua dimora, nel tuo letto, tra le persone care. E il giorno dopo ricomincia tutto, dal lunedì al sabato. Attualmente gli ospiti sono 16, ma la struttura, come ci conferma Roberta Bozzetti, presidente della Fondazione Busi, può arrivare sino a 25 e con opportuni lavori, in caso di necessità, espandersi ancor di più. “Ci tenevamo ripartisse – ci spiega – e quando sono qui sono davvero contenta. Una struttura così è davvero importante per noi”. Non ne abbiamo dubbi. Importante anche per le famiglie che di giorno possono fare tutto quel che si deve sicure che i propri cari sono in uno struttura leggera. Si può disegnare, leggere, riposarsi, si può guardare la TV. Si può chiacchierare. In caso di necessità ci si tiene in forma e si fa fisioterapia. Adesso che si è provveduto a dotarsi di un mezzo di trasporto idoneo, si possono anche programmare (come è già stato fatto) uscite tra la natura o (l’ultima in ordine di tempo) all’ombra e nella pace di una Chiesa come il Santuario della Fontana. Il personale della Cooperativa Gabbiano è davvero bravo. Vengono tutti da esperienze più strutturate e pesanti (Case di Riposo) ma si sono subito adattati alla nuova esperienza. Sono sì personale ausiliario, ma sono membri di quella grande casa come gli altri. Come le nonne e i nonni.
LA FESTA – Sono tutti eleganti i nonni e le nonne. Ieri è stato un giorno di gran festa. Luca e i cuochi del Busi hanno preparato un rinfresco con i fiocchi, e l’immancabile torta. Poche parole prima della festa vera e propria. “E’ trascorso un anno dalla riapertura – spiega Roberta Bozzetti che ha a fianco il suo vice Ennio Franchi – di questo contesto meraviglioso. Ringrazio tutti per l’abilità di gestione della struttura, e ringrazio tutti coloro che lo abitano. Quando abbiamo pensato alla riapertura, non è stato semplice. Oggi possiamo dire che è stata la scelta giusta. L’entusiasmo di chi vive questo centro è la soddisfazione maggiore per me. Questo è davvero un Centro a sostegno delle famiglie. Un sostegno che da importanza alla vita, a prescindere dall’età. E’ stato un anno intenso, noi crediamo fortemente al sostegno delle famiglie, alle relazioni. Purtroppo forse è mancata un po’ di informazione. Qui si vivono giornate ricche, stimolanti e ritornare a casa alla sera vuol dire tanto. Ogni fase della vita ha i suoi momenti e sono tutti ugualmente importanti”.
LA SCOMMESSA – E’ passato poco più di un anno dall’uscita dalla notte. Al Centro Diurno Integrato, tutto sa di vita. Dalle foto appese ai muri alle coperte appoggiate sulle poltrone, dalle immagini che scorrono sullo schermo in una delle sale, ai tavoli del refettorio. Dai libri ai piatti del giorno (che non sono il semolino e la mela cotta, oggi ad esempio c’era pure la trippa). Qui la vita corre ogni giorno (esclusa la domenica) e corre un poco come a casa. Con lo stesso calore e con le stesse attenzioni. Non lo diciamo noi, nè lo dice il CdA. Lo dicono gli sguardi di chi è più avanti con gli anni. Sguardi sereni, e sorrisi. Non è cosa da poco. Non lo è affatto…
Nazzareno Condina