Agricoltura

Al via la 94ª Fazi di Montichiari col
ministro della Transizione Cingolani

I numeri della 94ª Fazi sono da tutto esaurito, con nove padiglioni occupati, oltre 400 espositori e allevatori, convegni che guardano alle sfide della zootecnica fra genetica, sensoristica, benessere e biosicurezza, strategie future (con molta attenzione al futuro energetico

Un avvio con grandi numeri per la 94ª edizione della Fiera Agricola Zootecnica Italiana (Fazi) di Montichiari, in programma da oggi a domenica con un forte orientamento all’agricoltura del futuro, dove le parole d’ordine sono sostenibilità e multifunzione e dove fra gli operatori si fa sempre più strada la convinzione che il futuro è legato all’agricoltura digitale, all’energia rinnovabile e alle soluzioni per migliorare le rese e contenere le emissioni.

Una manifestazione sempre più centrale nel panorama fieristico, che questa mattina ha visto la partecipazione anche del ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che dalla Fazi di Montichiari rilancia la sfida del nucleare pulito per superare in via definitiva i problemi legati all’approvvigionamento energetico, tema che lo ha visto impegnato in Europa sulla difficile partita del tetto al prezzo del gas, rincarato di oltre il 500% in un anno.

I numeri della 94ª Fazi sono da tutto esaurito, con nove padiglioni occupati, oltre 400 espositori e allevatori, convegni che guardano alle sfide della zootecnica fra genetica, sensoristica, benessere e biosicurezza, strategie future (con molta attenzione al futuro energetico) e anche qualche preoccupazione per i rincari che stanno colpendo le imprese agricole – dal gasolio agricolo all’elettricità, dai fertilizzanti alle materie prime – e che di fatto erodono i margini di guadagno.

Fra i padiglioni agricoltori e allevatori cercano le ultime tecnologie per contenere i costi di produzioni e per migliorare le performance aziendali, dalla mangimistica alle soluzioni per l’agricoltura di precisione, passando per trattrici e attrezzature a basso impatto ambientale.

Il padiglione 6, che ospita il ring delle manifestazioni zootecniche, è animato dagli studenti degli istituti tecnici agrari, impegnati nella gara di giudizio, che incorona l’Itis Galilei di San Secondo Parmense (Parma), davanti all’Itas Raineri di Piacenza e al Centro Bonsignori di Remedello (Brescia).

“La Fiera Agricola Zootecnica di Montichiari è una manifestazione di straordinaria importanza strategica, perché l’agricoltura è il pilastro di uno dei settori più importanti dell’economia italiana, che sviluppa 575 miliardi di euro, con quattro milioni di occupati e il 25% del Pil”. Le parole del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, fotografano l’ambizione di un intero comparto e, allo stesso tempo, la preoccupazione per lentezze burocratiche, mancate scelte, difficoltà ad incidere in maniera più profonda sul futuro dell’Italia.

“La zootecnia è una grande opportunità di crescita e di sviluppo, ma anche di tenuta ambientale”, dichiara Prandini, che torna sul tema dei costi e sulla necessità che le imprese agricole siano equiparate nell’immediato alle imprese energivore, così da ottenere risposte immediate, stante anche il ruolo nella produzione del cibo.

Risposte che l’esercito di produttori di energie rinnovabili in agricoltura attendono sia dall’Italia che dall’Europa. “Il potenziale che possiamo mettere a terra come biogas e biometano è elevato – assicura Piero Gattoni, presidente del Cib – e oggi potremmo con 7 terawatt da biogas illuminare l’Italia di notte”. Ma è necessario intervenire per collocare i due miliardi di euro che il Pnrr mette a disposizione per le filiere del biogas e del biometano. Anche per quei “risvolti agronomici che permettono alla zootecnia di utilizzato il digestato in campo, così da ridurre l’uso di fertilizzanti di sintesi”.

Il mondo agricolo è pronto a introdurre nuove tecnologie, innovazioni digitali per proseguire sulla linea dell’agricoltura di precisione. Ma la corsa dei fattori produttivi lascia aperta all’incognita dei margini di guadagno. Lo dice Ismea che, partendo dal dato di una minore produzione mondiale di latte nel corso del 2022 per effetto delle condizioni climatiche sfavorevoli, traccia la linea di un prezzo del latte che ha avuto una parabola ascendente senza precedenti. Ismea – che domani alle 14:30 (Sala Scalvini) organizzerà insieme a Regione Lombardia il convegno “Il futuro delle stalle italiane tra nuova Pac e mercato” – indica “uno straordinario aumento del prezzo alla stalla (stima media Ue a settembre 53 euro/100 kg) trainato anche dal rialzo dei listini di burro e polveri magre. Una situazione analoga si riscontra anche in Italia, dove la forte pressione dei costi e le difficoltà di approvvigionamento dei mangimi hanno indotto gli allevatori a frenare la produzione”.

Alla Fazi di Montichiari si accende anche il dibattito sulla futura Pac. La riforma sarà applicata dal prossimo gennaio, fra mille incognite e molte perplessità, come rivela Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia. “Abbiamo bisogno di dialogo, stabilità politica e di un governo forte che dialoghi con Bruxelles”, dice Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura della Lombardia.

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