Cronaca

Palazzo Abbaziale riapre: "L'idea
è quella di destinarlo alla cultura"

Cosa fare del Palazzo Abbaziale a questo punto? “L’idea è di destinarlo alla cultura, dunque a convegni, mostre o qualcosa del genere - spiega don Claudio Rubagotti -. Ma sono convinto che sarà il palazzo stesso a suggerirci cosa fare. Per il momento siamo davvero soddisfatti di quello che abbiamo scoperto: chiamiamolo Il palazzo delle meraviglie”. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1 E L'INTERVISTA INTEGRALE A DON RUBAGOTTI

Aprirà nel weekend per la prima volta il Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore, legandosi così alle Giornate del Fai. Un gioiello sconosciuto, sin qui, perché il maxi restauro portato avanti grazie ai finanziamenti soprattutto di Fondazione Cariplo ha permesso di scoprire tante sorprese. Il Palazzo Abbaziale è stata la residenza del parroco abate di Casalmaggiore fino ai tempi di Monsignor Brioni, anni ’50 dunque, ma fu glorioso soprattutto nel 1700. Ora il recupero è completo e in anteprima ci mostra i lavori il parroco don Claudio Rubagotti, che ha ereditato e completato un lungo lavoro iniziato (e circoscritto per i primi tempi al recupero del solo scalone) da don Alberto Franzini e don Cesare Nisoli.

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Soltanto due ambienti erano visibili: la Camera Rossa e il tratto centrale del corridoio, tutte le altre stanze erano invece coperte da un intonaco, dato che in passato si era molto disinvolti e se una decorazione non piaceva, veniva coperta. L’idea iniziale era di rimettere in ordine le stanze, ripulirle, poi i tasselli stratigrafici ordinati dalle restauratrici dello Studio Blu e dal geometra Stefano Busi hanno cambiato tutto, recuperando ben 10 ambienti su 12, mentre si stanno raccogliendo fondi per poter completare il lavoro.

Altra stanza visibile, con il restauro delle porte seicentesche, era l’alcova, ma pure qui è emersa una novità, ossia la presenza di un muro edificato soltanto nel Novecento, che di fatto andava a coprire la visione di uno splendido affresco. Sorprendente invece il tesoro rispuntato dall’operazione dello scialbare in uno stanzino interno, dove spiccava soltanto l’affresco dell’Assunzione di Maria. Mentre tra le curiosità vi è la lista della selvaggina cacciata del 1885, a pochi passi dalla scala interna.

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Cosa fare del Palazzo Abbaziale a questo punto? “L’idea è di destinarlo alla cultura, dunque a convegni, mostre o qualcosa del genere – spiega don Claudio Rubagotti -. Ma sono convinto che sarà il palazzo stesso a suggerirci cosa fare. Per il momento siamo davvero soddisfatti di quello che abbiamo scoperto: chiamiamolo Il palazzo delle meraviglie”.

Giovanni Gardani

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