Casteldidone: il marubino in brodo
e la sua sagra. Voto dieci (con lode)
A Casteldidone, la sagra è stata letteralmente invasa da una marea di persone, giunte da ogni dove limitrofo per confermare il fatto che la Pro Loco del piccolo centro del casalasco ci sa fare. Prezzi modici, servizio ottimo, una location adatta anche alla calca
C’è chi dice che il marubino in brodo sia poco adatto alla stagione estiva. Non credetegli. Mente per scarsa conoscenza o volutamente per celarvene il piacere. Il marubino in brodo, e quello di Casteldidone e della sua sagra è un piatto da re, da tavolo nobile, divino. Un sublime invito al piacere che non lascia indifferenti. Stagno, come un tesoro che va scoperto lentamente e lentamente masticato per sprigionarne tutta la sua forza, incapace di sciogliersi in bocca così come ogni marubino deve essere. Di differenti forme, tutti simili ma mai uno uguale: il marchio di fabbrica del marubino fatto a mano dalle mani artigiane delle resdore del posto. Artiste, nel senso più nobile del termine: dalla maestria del racchiudere il ripieno di carne nella pasta a quello di preparare il pieno così come la tradizione vuole. Una sapiente mescolanza di carni, acqua e di sapori. C’è chi dice che il marubino, d’estate, sia da aborrire. Mente per eresia. Perché quando il caldo della pietanza incontra il caldo del corpo e dell’anima, la sensazione di deserto è solo un attimo e presto si sostituisce a quella di una vertigine, di una brezza che soffia leggera, anche quando non c’è. Anche l’aria e l’atmosfera sembra più lieve. E lo stomaco appagato.
Fortunatamente gli eretici non sono poi molti. La fede nel sacro marubino è diffusa. A Casteldidone, la sagra è stata letteralmente invasa da una marea di persone, giunte da ogni dove limitrofo per confermare il fatto che la Pro Loco del piccolo centro del casalasco ci sa fare. Prezzi modici, servizio ottimo (un ottimo mix tra giovani ragazzi un po’ più adulti e veri esperti delle sagre, una cucina rapida ed efficace, un servizio bar veloce) una location adatta anche alla calca. Una serafica calma anche di fronte a tante anime alla ricerca di un tempio dove fermarsi e rifocillarsi bene.
Per chi se la fosse persa, venerdì e sabato prossimo si replica. E per i duri, c’è anche la possibilità di sublimare lo stomaco con il bevrinvèn (usanza ormai quasi scomparsa quella di aggiungere al brodo del buon vino rosso, tanto cara nelle campagne ai nostri avi). Sabato sera, di arditi non ne abbiamo visti ma magari qualcuno c’era sperduto in qualche tavolo. E se qualcuno, ancora vi dice che il marubino non va bene, credeteci: sta solo dicendo una bugia da menzognero o da marrano, vuole allontanarvi dal piacere. Se accettate un consiglio accettate solo il vostro cuore e ciò che vi dice: l’idea del marubino è già presente lì, e non resta che ascoltarla…
N.C.