Davide Persico, una camminata in
montagna può essere una scoperta
c'è il relax, c'è lo stretto contatto con gli affetti più cari ma c'è anche tutto il resto della vita. Una vita di metodo, di ricerca, di approccio scientifico. Di occhi allenati e particolarmente attenti. Ed è così che anche una passeggiata tra le montagne camune diventa una sorta di ricerca, e di lezione. A raccontare l'avventura capitatagli è lui stesso, dalle pagine dei social, e vale la pena ascoltarla
E’ in vacanza con la famiglia Davide Persico. Anche se, per lui, il termine vacanza ha un significato diverso da altri. Sì c’è il relax, c’è lo stretto contatto con gli affetti più cari ma c’è anche tutto il resto della vita. Una vita di metodo, di ricerca, di approccio scientifico. Di occhi allenati e particolarmente attenti. Ed è così che anche una passeggiata tra le montagne camune diventa una sorta di ricerca, e di lezione. A raccontare l’avventura capitatagli è lui stesso, dalle pagine dei social, e vale la pena ascoltarla. “Adesso – scrive – vi racconto questa. Dopo sei ore di cammino, oggi, nel ritorno decidiamo di sostare su un passo a 1800 m. Ci disponiamo in cerchio, in un piccolo spiazzo all’ombra di un muretto a secco di trincea. Mentre mangiamo un frutto l’occhio cade sul terreno al centro del nostro cerchio evidenziando un osso che affiora. Lo estraggo delicatamente e osservo che si tratta di un frammento di otto cm di una costola di bovino, con chiare incisioni di una lama. Estraendolo emergono altri tre frammenti di ossa anch’essi tagliati. Sempre di bovino. Dico alle ragazze, notando la decalcificazione, che sono ossa antiche e di provare a cercare frammenti di carbone. Iniziano a scavare con frammenti di roccia togliendo 10 cm di substrato riportando alla luce clasti di carbone, legni bruciati, fil di ferro, i resti di una lattina di sardine, la sua chiave d’apertura, chiodi, chiodi a cavallo (quelli delle casse di legno), un bossolo di pistola, una sfera di piombo da granata e la scheggia in ghisa di una bomba. Classifichiamo il tutto è chiedo loro: che cosa abbiamo trovato? La parola che esce è FOCOLARE. Un focolare su cui è stata arrostita carne di manzo, in una trincea, in cima ad un monte, con granate e bombe che piovevano dal cielo e la necessità di difendersi sparando. Una scena di guerra e sopravvivenza. Questa è l’ipotesi, ragazze. Per ora abbiamo dati, oggetti, osservazioni da collegare e far parlare. Il bossolo è databile, come anche la scheggia e la granata. Quelli sono i “fossili guida” il resto sono “metadati” utili per arricchire il quadro di conoscenza. Un focolare per cuocere il cibo, con legna di recupero da imballaggi, durante la prima guerra mondiale, in trincea, in alta quota, con armi devastanti da cui difendersi. Una bella lezione offerta dalla montagna, dall’osservazione di dettaglio. Il non trascurare nulla per comporre un quadro emblematico su cui riflettere poi insieme“.
N.C.