Mallardo, il ricorso in appello si
fonda sulla perizia psichiatrica
La difesa inoltre prenderà di mira la “scarsa attendibilità” delle dichiarazioni di Maria Teresa Dromì, la ragazza contesa da Tanzi e Mallardo, che è la teste chiave del processo.
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Il ricorso in Corte d’Assise d’Appello a Parma per l’omicidio di Daniele Tanzi, per il quale è stato condannato all’ergastolo in primo grado Patrick Mallardo (lo scorso 11 aprile), si baserà quasi esclusivamente sulla perizia psichiatrica e sull’accoglimento da parte dei giudici della tesi dell’incapacità di intendere e di volere da parte del 19enne di Parma, condannato per l’omicidio del 18enne di Casalmaggiore.
Gli avvocati difensori di Mallardo Raffaella Santoro e Francesco Savastano proveranno dunque a fare accogliere una richiesta di perizia psichiatrica già negata quattro volte in primo grado dalla Corte d’Assise. A sostegno di questa richiesta presenteranno diversi aspetti, alcuni oscuri, del passato di Mallardo: il fatto che facesse uso regolare di alcol e droghe; la testimonianza già resa durante il processo di una psicologa che in passato aveva parlato con Mallardo; la cartella clinica del carcere di via Burla, che secondo gli avvocati presenterebbe aspetti che possono essere associati a una possibile patologia psichiatrica.
Inoltre, come riporta “La Gazzetta di Parma”, lo psichiatra Simone Bertacca avrebbe rintracciato nel profilo di Mallardo la “caratterizzazione di tipo psicopatico”, anche se lo stesso Bertacca si è basato sui documenti medici analizzati e non su una valutazione “di persona”, non avendo mai incontrato il 19enne.
La difesa in aggiunta prenderà di mira la “scarsa attendibilità” delle dichiarazioni di Maria Teresa Dromì, la ragazza contesa da Tanzi e Mallardo, che è la teste chiave del processo. Senza dimenticare alcune annotazioni tecniche (ad esempio il fatto che il materasso, dove Daniele e Maria Teresa dormivano al Vecchio Mulino di Vicofertile al momento dell’omicidio, fosse troppo piccolo per due) non prese minimamente in considerazione durante il processo di primo grado, ma sollevate da un consulente di parte.
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