Il giallo di via Corsica: effettuata
l'autopsia. Poli: "Lei era la mia vita"
Il compagno di Francesca Schizzi è indagato per omicidio, ma è solo un atto dovuto per permettergli di nominare un consulente per l'autopsia: risultati tra 60 giorni.
Leggi anche:
E’ stata eseguita oggi l’autopsia sul corpo di Francesca Schizzi, la 40enne dipendente dell’Asst di Cremona originaria di Piadena Drizzona trovata morta nella notte tra mercoledì 22 e giovedì 23 giugno nella sua abitazione di via Corsica a Casalmaggiore. Questa mattina la procura, nella persona del pm Chiara Monzio Compagnoni, ha conferito l’incarico al consulente Elena Invernizzi, medico legale a Pavia. L’esperta, che si è presa 60 giorni di tempo, dovrà accertare cause e tempi della morte, ed eventualmente i mezzi. Come atto dovuto, per dare la possibilità a Massimo Poli, 52 anni, compagno della vittima, di partecipare alle operazioni autoptiche, la procura lo ha iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di accusa di omicidio. L’uomo è assistito dall’avvocato Carlo Alquati, che non ha ritenuto di nominare alcun consulente. Stessa decisione è stata presa dai famigliari della Schizzi.
La donna, priva di vita, è stata trovata dal compagno tra l’1,30 e le 2 del 23 giugno sul letto, dalla parte dove dormiva lui. Quella sera la coppia era uscita insieme per mangiare un gelato, poi era rientrata in casa, ma Poli era uscito ancora, questa volta da solo. Aveva preso l’auto ed era andato a Parma a giocare a carte. “Usciva spesso da solo”, ha spiegato il suo legale. “era una cosa che faceva abitualmente”. Al suo ritorno, Poli aveva trovato la compagna ormai senza vita dalla parte opposta del letto. “Si è agitato”, ha continuato a raccontare l’avvocato Alquati, “voleva telefonare ai carabinieri ma poi era nel panico e ha preferito andare di persona in caserma”. Agli inquirenti, l’uomo, che prende la pensione di invalidità dopo un incidente, ha spiegato i suoi movimenti di quella sera e i carabinieri, dopo aver effettuato le opportune verifiche, non hanno ritenuto di doverlo trattenere.
“Il mio cliente è disperato, Francesca era la sua vita”, ha detto l’avvocato Alquati, “ma è molto tranquillo. ‘Io non ho fatto niente. Facciano tutto quello che devono fare’, mi ha detto”.
Prova decisiva per capire cosa è successo a Francesca Schizzi sarà proprio l’esito dell’autopsia, che dovrebbe chiarire anche le cause del trauma cranico riportato dalla vittima. Nessuna ipotesi, al momento, è scartata, anche se la procura sembra propendere per l’incidente domestico. La donna potrebbe essere caduta accidentalmente e aver avuto la forza di rialzarsi e di mettersi sul letto. In casa, di corpi contundenti che potrebbero essere compatibili con l’ipotesi del delitto non ne sarebbero stati trovati.
Sara Pizzorni