Cronaca

Ex compagni del ginnasio,
ritrovo goliardico 60 anni dopo

Dei 19 compagni di quel mitico periodo scolastico di sessant’anni fa, 11 sono i sopravvissuti e in ordine alfabetico: Anversa Ornella, Azzini Emilio, Stefania Bellingeri, Giorgio Bittasi, Marcocchi Anna, Gianluigi Mazzolari, Paroni Franca, Pasini Clotilde, Peri Giorgio, Roviaro Giancarlo e Tacconi Roberta

In foto l'ultima delle cene degli ex compagni del Ginnasio. C'è anche il rimpianto professor Giorgio Lipreri

Esistono in commercio inviti e partecipazioni stampate nelle maniere più originali. Cartoncini scritti con caratteri svolazzanti, in stile gotico e, con l’avanzare della globalizzazione, probabilmente anche in cirillico o in lingua araba. Un gruppo di arzilli ex studenti di Casalmaggiore e dintorni, frequentanti il Ginnasio Romani nel biennio 1959/60 1960/61 e ora quasi tutti in pensione, ha pensato di scrivere addirittura in latino l’invito a presenziare ad una cena rievocativa in programma il 10 giugno prossimo in quel di Solarolo Rainerio suscitando la divertita curiosità dei convenuti. Anche perché il testo stampato alla stregua di pagina di cronaca giornalistica, è redatto in latino maccheronico cosi definito in quanto abbinato al cosiddetto latino da cucina usato all’epoca dagli umoristi per dileggiare il cattivo latino dei cuochi di convento. E di satira nel volantino per gli invitati c’è ne è a volontà. Iniziando dal ritratto costruito attorno all’avvocato Emilio Azzini di Casalmaggiore cosi descritto: ”Apud Cappellam octo legiones fuerunt abile aggiratas edeletas, Unus ex consolibus necatus est, Alterus Aemilius Sbarazzini nomatus (Azzini) tirabas madonnas sicut turcus. Che tradotto all’incirca significa ”Presso Cappella 8 legioni furono abilmente circondate e distrutte uccidendo uno dei Consoli. L’altro il teddy boy chiamato Emilio Sbarazzini tirava delle madonne come un turco ed era il responsabile della strage oltre ad essere un arraffatore di pollastrelle. Voleva fare lo smargiasso e riteneva Annibale un cretino. Il curioso poemetto scritto in maniera satirica è opera di uno dei compagni di Azzini al Ginnasio. Giorgio Peri oggi ingegnere in quel di Bergamo. Uno scolaro, arrivato sulla soglia degli ottanta, come del resto tutti gli altri della compagnia, che all’epoca già si metteva in luce sapendo bene destreggiarsi nelle lingua latina con magnum gaudio del mitico insegnante Bruno Mainetti già capitano degli Alpini. Naturalmente la lirica latino – maccheronica non prende di mira solo l’avvocato Azzini andando a colpire anche altri compagni di classe come ad esempio il vicesindaco Giorgio Lipreri (purtroppo scomparso) trasformato nel personaggio Caius Duilius Levrerius e Giorgio Bittasi (oggi ingegnere navale) insignito nel ruolo di Archimede e inventore di un ordigno fatto con un tubo contenente polvere con un boato assordante tale da far fuggire gli artificieri di quel periodo. Si aggiungono poi alla sceneggiatura romanzata Carlo Froldi diventato Publio Ovidio Giannone mercante d’asini, Gian Aloisio Porco (nella vita attuale Gianluigi Mazzolari) cacciatore di sciacalli che in stato d’ubriachezza continuavano a far arrabbiare il nobile Marco Marcello Giorgio (lo stesso Giorgio Peri). Nel divertente monologo che diventerà il centro d’attrazione orale durante la conviviale di venerdi 10 giugno alla Clochette di Solarolo non mancherà la lettura di spot pubblicitari con la figura del professor Mainetti che cercava uno schiavo nella funzione di apriporta oppure la citazione relativa alla trasmissione televisiva di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia” ribattezzata “Nun relilinquis an duplicas?” in onda ogni giovedi alla ora sesta. Dei 19 compagni di quel mitico periodo scolastico di sessant’anni fa, 11 sono i sopravvissuti e in ordine alfabetico: Anversa Ornella, Azzini Emilio, Stefania Bellingeri, Giorgio Bittasi, Marcocchi Anna, Gianluigi Mazzolari, Paroni Franca, Pasini Clotilde, Peri Giorgio, Roviaro Giancarlo e Tacconi Roberta, ognuno con una carriera importante sulle spalle. Tutti con le gambe sotto il tavolo a ridere e scherzare grazie ai ritratti rievocativi in latino maccheronico riportati in auge dall’ingegner Peri.

Ros Pis

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