Cronaca

Sexperience, duri nel
suono, profondi nell'anima

“Quello che si prova è tanta roba: sfogo, libertà d’espressione senza filtri, sentirsi sé stessi, crescita artistica e umana, condivisione, amicizia, amore. Siamo dei guasconi, ci piace prenderci in giro ma i nostri testi sono seri come il nostro costante impegno e l’intento di continuare ad evolverci e progredire come musicisti e come uomini.”

SEXPERIENCE, un gruppo di giovani tutto di casa nostra, una band formata da ragazzi attorno ai trent’anni che dal 2009 condividono musica e affinità elettive. Belli, giovani, colti e intelligenti colpiscono per la loro dolcezza nonostante il genere che eseguono nei loro live ed EP sia leggermente più graffiante del loro aspetto che, seppur in outfit pressoché total black, non copre affatto la loro gentilezza e i loro modi educati e carini.

Lorenzo Vezzosi (basso e secondi voci), Andrea Bittasi (chitarra), Luca Simonazzi (batteria e grafica) Leonard Simonazzi (chitarra), Mirko Mocci (voce), Mathias Mocci (videomaker) si conoscono dalla scuola, alcuni sono fratelli ed hanno tutti un background musicale. Dediti a uno o più strumenti, chi frequenta il conservatorio, chi una accademia di musica, chi una scuola di canto, scoprono di avere un feeling che li accomuna così, traendo spunto dalla The Jimi Hendrix Experience, prima band del sommo Jimi, nel 2009 formano i SEXEPERIENCE cover band che esegue prevalentemente brani di Hendrix.

Con alle spalle solo una settimana di prove, debuttano su un palco in occasione di un memorial ed è subito BAND! Passa il tempo e con esso anche la voglia di eseguire cover e decidono di fare qualcosa di loro. Vengono messe in campo le attitudini, il talento, le idee e le esperienze di tutti sortendo, nel 2012, il primo singolo Headless e il primo EP Showdown, lavori dai toni più arrabbiati, declinati con qualche nota melodica, che segnano l’inizio di un percorso volto alla ricerca della propria identità artistica.

La prima volta in studio dà loro piacere e una nuova carica, continuano a studiare musica, a perfezionarsi maturando pian piano un loro stile che pesca dal metal, stoner, heavy, grunge Rock. Scrivono i testi, compongono la musica, arrangiano e promuovono, attraverso grafica e video, tutto quanto home made. Ognuno nel gruppo ha il proprio posto, la propria personalità ma la creazione, l’esito finale sono l’insieme delle idee, la fusione delle attitudini, la condivisione delle scelte di tutti.

Si definiscono una band democratica di una democrazia che dilata molto i tempi ma che funziona nell’essere complice di una costante ricerca del suono, degli arrangiamenti, della voce che porta evoluzione, maturazione e che alla fine trova tutti d’accordo. Dopo l’uscita del primo EP, che crea un’ulteriore svolta sia artistica che concettuale, iniziano a muoversi con maggiore chiarezza e cognizione di causa nel difficile mondo musicale. In questi giorni assistiamo al lancio dell’ultima fatica: Sexp’Anger, nuovo singolo corredato da video prodotto da Mathias Mocci, preludio dell’omonimo EP che uscirà il 21 maggio.

Si tratta di sei brani tutti in lingua inglese, as usual, pensati tra il 2019 e il 2020 che sembrano avere precorso i tempi, quasi premonitori dello stato “confusionale”, per dirla morbida, e profondamente triste in cui si trova oggi l’umanità. Introspezione e sfogo della rabbia vista sì come qualcosa che annebbia, ma che viene comunque vissuta fino in fondo, quasi a volerla esorcizzare, l’attacco alle fake news che confondono e deragliano le menti e gli animi verso sfere fasulle create ad hoc affinché si perdano senso critico e verità, la guerra, descritta come una bella donna che irretisce e cattura fino a far morire, perché in guerra a morire è chi la guerra non l’ha voluta, sono solo alcuni dei temi raccontati da una voce forte e da strumenti dai suoni potenti e “sferraglianti” per citare una espressione che il critico Lester Bangs usò nel lontano 1971, in una recensione di un concerto dei Blue Oyster Cult. Un linguaggio musicale amplificato ed ampio, fatto di esecuzioni virtuose che accompagnano una voce dal timbro deciso, una voce che Mirko cura e allena con estremo garbo e rispetto in quanto dono prezioso.

“Quello che si prova è tanta roba: sfogo, libertà d’espressione senza filtri, sentirsi sé stessi, crescita artistica e umana, condivisione, amicizia, amore. Siamo dei guasconi, ci piace prenderci in giro ma i nostri testi sono seri come il nostro costante impegno e l’intento di continuare ad evolverci e progredire come musicisti e come uomini.”

Non sono quindi solo rumore ed urla, come spesso si pensa quando si parla di rock “duro” ma talento, studio, ricerca, passione, voglia di comunicare, di camminare, di volare, sono messaggio ed alta poesia. Noi “grandi” dovremmo imparare ad ascoltare i nostri giovani, dovremmo lasciarci travolgere dalle loro passioni, dai loro messaggi, dai loro sogni…. Dovremmo metterci a bordo strada affinché loro possano percorrerla in totale libertà sapendo che siamo lì, sul ciglio, nel caso in cui avessero bisogno di noi.

Giovanna Anversa

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