Cronaca

Secca del Po, emergono
altri relitti dal fiume

Sorpresa emersa proprio in questi giorni è quella che si trova in territorio di San Daniele Po, all’altezza della cosiddetta buca degli storioni, a due passi dal ponte “Giuseppe Verdi” che collega Parmense e Cremonese nel tratto compreso tra Polesine Zibello, Roccabianca e San Daniele Po. Si tratta del relitto di un vecchio barcone affondato da molti anni

Nuovi “regali” e sorprese dal Grande fiume. La magra eccezionale di questo periodo sta facendo emergere, nei nostri territori, su entrambe le rive, non poche “chicche”. E’ il classico rovescio della medaglia. Se è vero, infatti, che questa situazione comporta rischi e problemi per agricoltura, habitat fluviali ed anche per la produzione di energia idroelettrica in un momento che, per altro, è particolarmente difficile per il nostro Paese è altrettanto vero che una magra del genere fa emergere sorprese e vede il fiume restituire pezzi e pagine di storia che, per anni, ha “celato” tra le sue acque. Sugli spiaggioni di Polesine Zibello, di Stagno Lombardo e di San Daniele Po, il fiume ha restituito in questi giorni resti di vecchi natanti. Di notevoli dimensioni quello che giace sullo spiaggione di Cà Granda, in territorio di San Daniele Po. Interessanti, però, anche quelli emersi, o sarebbe più corretto scrivere riemersi, a Polesine Zibello e a Stagno Lombardo. Difficile, al momento, stabilire che cosa potessero essere. Potrebbe trattarsi di ciò che rimane dei caratteristici mulini del Po e, a questo riguardo, basti pensare che in Archivio di Stato a Parma è conservata una carta che attesta che nelle prima metà del 1800, sul Po soltanto tra Zibello e Pieve d’Olmi si trovavano 12 mulini. Ma non è nemmeno escluso che possa trattarsi di resti di traghetti (che nemmeno tanti decenni fa facevano la spola tra l’una e l’altra sponda) oppure di ponti di barche. Così come potrebbe trattarsi dei poveri resti di quei galeoni che , nei secoli passati, furono protagonisti di epiche battaglie lungo il Po. Una su tutte quella combattuta tra milanesi e veneziani nei pressi di Sommo Con Porto del 1427, che (stando alle cronache dell’epoca) avrebbe coinvolto qualcosa come 70mila uomini. Senza dimenticare la battaglia fluviale di Casalmaggiore del 1448 che ebbe luogo presso l’isola di Fossacaprara, fra la flotta della Repubblica Ambrosiana rinforzata dai suoi alleati parmensi e la flotta della Repubblica di Venezia. Al momento è difficile ricostruire con esattezza che cosa componessero, in origine, i reperti affiorati da un fiume che continua ad essere, anche per il materiale che continuamente restituisce, un grande libro di storia. La speranza è che tutti questi “gioielli” possano essere recuperati, tutelati e si possano effettuare studi e verifiche in grado di stabilirne l’origine, e la storia. A Polesine Zibello, ad esempio, il sindaco Massimo Spigaroli si è già attivato per recuperare, secondo i crismi del caso, il reperto emerso sullo spiaggione di Polesine. Altra sorpresa emersa proprio in questi giorni è quella che si trova in territorio di San Daniele Po, all’altezza della cosiddetta buca degli storioni, a due passi dal ponte “Giuseppe Verdi” che collega Parmense e Cremonese nel tratto compreso tra Polesine Zibello, Roccabianca e San Daniele Po. Si tratta del relitto di un vecchio barcone affondato da molti anni. Non è escluso che possa trattarsi dei resti di un traghetto o di un pontile. Il suo recupero, invece, sembra cosa proibitiva. Ma la sua storia, che è la storia legata alla gente e al popolo del Po, continua a “vivere” in ciò che ne resta.

Eremita del Po, Paolo Panni

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