Lettere

"I partiti ormai in
fase di dissolvimento"

da Sant Gerelli, Sinistra Italiana Gussola

Egregio Direttore,

viviamo in un periodo dove i partiti come li avevamo conosciuti non esistono più.

Tutto si è trasformato in personale, sono svanite le riunioni partecipate dove un iscritto o un simpatizzante portava il suo contributo e le sue idee ed assieme portava anche il disagio dei cittadini.

Oggi non è più cosi, anzi a volte i disagi sono fuori agenda e si riprendono durante le campagne elettorali, scelta a mio avviso grave perché i partiti non svolgono più il ruolo importantissimo di presenza nella società.

Queste riflessioni le ho maturate con il tempo, ma due fatti avvenuti in questo periodo mi ha spinto a scrivere le mie sensazioni.

Il primo fatto, le elezioni suplettive  a Roma il 16 gennaio 2022 .

L’affluenza alle urne è stato un disastro, solo l’11,33% degli aventi diritto si è recato alle urne ad esprimere il loro voto, in pratica hanno votato 21.010 cittadini su un totale  di  185.394 aventi diritto al voto.

Nel 2018 l’affluenza era stata del 73,77%.

I partiti non si sono soffermati ad analizzare la partecipazione al voto quasi nulla, anzi hanno esaltato i risultati come una grande vittoria, non entrando nel merito perché i cittadini avevano disertato le urne.

Il secondo fatto, l’elezione del Presidente della Repubblica; la rielezione di Mattarella, quale soluzione costituzionalmente innaturale per risolvere uno stallo politico ormai conclamato, ha messo in luce l’incapacità dell’attuale ceto politico parlamentare di mediare e trovare soluzioni, sia per l’elezione della più alta carica dello Stato, sia per prendere decisioni politiche impellenti e indispensabili per far uscire il Paese dalle sabbie mobili in cui si trova, come proprio ieri dimostrato con le fibrillazioni provocate dai partiti durante la votazione sul decreto mille proroghe.

La rielezione del Presidente Mattarella, acclamata da molti come un successo, è in realtà un fallimento della politica. Certamente non è la prima volta che questa modalità si mette in atto, è accaduto anche con la non elezione di Prodi, causa i 101 deputati e senatori del suo partito che gli hanno votato contro, inaugurando la pratica della rielezione del Presidente della Repubblica che aveva ultimato il suo settennato.

Lo scollamento tra Parlamento, partiti politici e cittadini è ormai evidente. I Parlamentari in costante disaccordo tra di loro, sembrano tutti uniti da una unica preoccupazione; portare a termine la legislatura per maturare il vitalizio, mentre il Paese sta rischiando di affondare.

Vedo che non ci  si ferma un attimo a riflettere su cosa sia diventata la politica oggi e sul ruolo dei partiti, questo non è un segnale positivo , anzi servirà per distaccare i cittadini dalla politica attiva, dal portare i loro contributi del loro vissuto, dei problemi quotidiani, di elaborazione delle loro esperienze mettendole al servizio della politica.

Quando non ci si preoccupa della scarsissima affluenza al voto , a mio avviso significa che con meno il cittadino è coinvolto, più facile è portare in porto scelte personali o di gruppo, ma non scelte di partito.

Nel tempo si sono demonizzati i partiti, ora raccogliamo i frutti amari di quella esperienza.

Chi crede nel ruolo dei partiti deve darsi da fare perché tornino ad essere un importante pilastro che sostiene la nostra democrazia.

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