Economia

Consumi: in Gazzetta decreto
salva spesa, da pasta a latte

L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia.

Un passo determinante per garantire la trasparenza sull’origine dei prodotti che finiscono sulle tavole degli italiani e per impedire che vengano spacciati come made in Italy alimenti di bassa qualità provenienti dall’estero, che non rispettano i rigidi parametri di qualità di quelli nazionali. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia nel commentare positivamente l’annuncio fatto da Coldiretti sulla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto salva spesa Made in Italy firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e della Salute Roberto Speranza, con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dell’ingrediente principale, dal latte ai derivati del pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta.

Il provvedimento – sottolinea la Coldiretti – prevede che sulle etichette dei principali alimenti sia obbligatorio indicare la provenienza per consentire scelte di acquisto consapevoli in un momento in cui è importante sostenere l’economia, il lavoro e il territorio nazionale. Sarà così possibile distinguere – spiega la Coldiretti – la pasta ottenuta dal grano duro italiano da quella con grano canadese trattato in preraccolta con il glifosato secondo modalità vietate in Italia. Ma anche smascherare – continua la Coldiretti – la mozzarella con il latte lituano da quella con latte tricolore o i salumi da carne di suino proveniente da Belgio o Olanda rispetto a quelli allevati in Italia o ancora il concentrato di pomodoro cinese da quello Made in Italy.

Il decreto garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa ¾ della spesa – spiega la Coldiretti – ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti.

“L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’Ue – afferma il presidente naizonale Coldiretti Ettore Prandini – poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei”.

Il provvedimento risponde anche alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare, scorrendone quella sorta di carta d’identità istantanea che è l’etichetta. L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia.

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