Cronaca

Nonna Gio, una delle favole
pubblicate in un'antologia nazionale

"L'opera - ci racconta Giovanna Anversa - fa parte di una serie di fiabe scritte per la mia nipotina nel primo lock down ed illustrate da Debora. E' una cosa nata così, per necessità. Ne continuo a raccontare e a scrivere. L'idea è nata da una nonna e da una mamma per essere comunque vicine alla nipote e, nel mio caso, per non farle sentire la lontananza"

Aveva iniziato così, per necessità e per gioco a raccontare favole. Non potendo vedere la nipote Melissa per le restrizioni del lockdown, raccontarle le favole al telefono era la maniera più semplice e intensa di starle comunque vicina. Tutte le sere Giovanna Anversa aveva preso l’abitudine di chiamarla per inventarsi una storia da raccontare. Di inventiva Giovanna – un vulcano di iniziative, mente sempre in perenne moto, attrice per i Casalmattori – ne ha sempre avuta parecchia. In questa storia la capacità di inventare nonna Gio l’ha legata alla dolcezza di un gesto, all’infinito amore per una nipote che non poteva più abbracciare.

Così sono nate tante favole. Molte sono state poi pubblicate dal quindicinale Sportfoglio che in quelle storie ha visto la leggerezza di una nonna e tutto quell’amore di cui si sentiva il bisogno.  A credere in Giovanna, in quel piccolo – grandissimo – gesto c’erano altre persone, altre storie segnate dal Covid e dal distacco, altre menti agitate come la sua.

Alle illustrazioni ci ha pensato la mamma di Melissa, Debora, che è un’artista dalle tante capacità. Ha reso per immagini le storie di Giovanna.

Poi, quelle favole sono divenute un libro. Ne aveva ormai scritte un discreto numero per Sportfoglio e Daniela Bellini ha pensato bene di editare quel libro a sue spese, convogliando poi i ricavi in solidarietà. Daniela è la seconda donna di gran cuore perché – non è un caso – questa è una storia quasi esclusivamente di donne. 13 favole raccolte ne Le fiabe di Nonna Gio, un’opera bella che è poi entrata anche all’ospedale di Parma come regalo a tutti i bambini – i piccoli pazienti – lì ospitati.

In questi giorni – è notizia fresca – una di quelle favole – La Pasticceria del Re e del Pellegrino – è stata scelta da un’antologia nazionale per far parte di una raccolta di fiabe per bambini. La Apollo edizioni – casa editrice con esperienza ormai decennale – ha scelto la favola di Giovanna Anversa tra tante altre giunte per l’antologia – giunta alla terza edizione – Ninna Nanna… ti racconto una favola! Il testo raccoglie favole e filastrocche per i più piccoli. Lo scopo dell’Antologia, come recitava il bando, era quello di “dare ampio spazio alla fantasia degli scrittori, auspicando anche di incentivare il ritorno – o la continuità – di un’antica e bella tradizione tra genitore e figlio, nonno e nipote, culturale e affettiva; soprattutto in un periodo in cui la tecnologia pare aver preso molto spazio nella vita di giovani e adulti“.

“L’opera – ci racconta Giovanna Anversa – fa parte di una serie di fiabe scritte per la mia nipotina nel primo lock down ed illustrate da Debora. E’ una cosa nata così, per necessità. Ne continuo a raccontare e a scrivere. L’idea è nata da una nonna e da una mamma per essere comunque vicine alla nipote e, nel mio caso, per non farle sentire la lontananza”.

E’ felice Giovanna Anversa. E con lei sono felici tutti coloro – amici di vecchia e di nuova data – che credono in lei. Vulcanica, in perenne moto e dal cuore grande. Un cuore grande che si sa mettere in sintonia e fare piccolo per essere – e battere – all’unisono con quello della sua nipotina. La favola in questione la trovate sotto. E’ il nostro omaggio a lei, e al suo modo di raccontare le cose. Con tanta anima, e tanto affetto dentro.

Nazzareno Condina











 

LA PASTICCERIA DEL RE E DEL PELLEGRINO

C’era una volta, in una terra molto lontana, un piccolo e grazioso paesino, immerso nel verde, governato da un Re giovane e bellissimo ma molto, molto triste perché la sua giovane moglie, dopo avere mangiato una esagerazione di dolci, si era sentita male ed era salita in cielo. Re Alboino, questo era il suo nome, amava la giovane moglie alla follia, e dopo che lei lo lasciò divenne non solo triste ma anche burbero, severo e scontroso e tutti in paese dovevano fare ciò che voleva lui. La cosa in assoluto più vietata era mangiare dolci, nessuno poteva farlo, nemmeno i bambini ai quali non era concesso neanche una caramella, un biscotto, uno zuccherino e peggio di tutto, nessun bambino poteva avere la torta di compleanno. Il Re aveva fatto chiudere tutte le pasticcerie e le gelaterie e gli abitanti non avevano il coraggio di ribellarsi alla sua autorità. Ma un bel giorno, mentre soffiava fortissimo il vento del nord, giunse in paese un pellegrino che cercava un posto per dormire e riposare qualche giorno. Il Re non amava tanto gli stranieri, ma, per non sembrare troppo cattivo ed evitare che nei regni vicini si parlasse male di lui, gli offrì ospitalità. Di certo Re Alboino non poteva sapere cosa lo aspettava poiché non era a conoscenza del fatto che quell’uomo era un eccezionale pasticcere!!! Ignaro delle leggi, il pellegrino-pasticcere cominciò a sfornare dolci e a offrirli alle persone del paese a ringraziamento della ospitalità e cortesia. Il dolce più grande e più goloso lo riservò al il Re, ma…. quando glielo diede, Alboino si infuriò tantissimo e lo cacciò immediatamente. Gli abitanti, felici per avere potuto mangiare dolci squisiti dopo tanto tempo, alla notizia tornarono tristi e pure un po’ arrabbiati, questa volta il Re aveva esagerato!!!! Erano stanchi e stra-stufi di soffiare candeline poste su torte di carote e patate, i bambini volevano torte vere per il compleanno e nutella e biscotti a merenda!!!! Così decisero di rincorrere il pasticcere che nel frattempo si era incamminato e lo riportarono di nascosto in paese per studiare un piano. Furono i bambini ad avere l’idea migliore: organizzare una festa a sorpresa per il compleanno del Re con i dolci e i pasticcini più buoni del mondo. Si misero subito al lavoro e il giorno del compleanno di Re Alboino, con una scusa lo attirarono nel delizioso parco del paese che per l’occasione era stato addobbato con ghirlande di fiori e palloncini colorati; su di un tavolo lunghissimo, posta nel mezzo di tanti dolci golosi, una torta con la scritta di cioccolata: AUGURI RE ALBOINO! Quando il Re scese dalla carrozza, una orchestrina cominciò a suonare e tutti gli abitanti intonarono Tanti Auguri a Te. Il Re rimase senza parole, nessuno, da quando la sua amata moglie era volata in cielo, gli aveva più fatto la festa per il suo compleanno e vedere il suo nome sulla torta gli scaldò il cuore. Non riuscì quella volta ad arrabbiarsi e capì che la colpa non era dei dolci ma della moglie che aveva esagerato mangiandone troppi. Il sorriso allora tornò sul volto di quel Re che aveva tanto sofferto e fu grato al suo popolo che gli stava dimostrando tutto il suo affetto. Da quel giorno il Re cambiò la legge, riaprì le pasticcerie e le gelaterie, e a ogni suo compleanno, durante tutto il suo regno, si celebrò “La Festa del Dolce” con una sola regola da rispettare: non esagerare nelle quantità.  Ancora oggi genti e pellegrini arrivano da tutto il mondo in occasione della “Festa del Dolce” per assaggiare le prelibatezze della pasticceria più famosa della terra…. “La Pasticceria del Re e del Pellegrino” (Giovanna Anversa)

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