Lions a Palazzo D'Arco: sostegno
al museo della storia del costume
Dal 2015 la Fondazione d’Arco ha intrapreso un percorso di conoscenza dei manufatti tessili del palazzo. L'affascinante progetto è sostenuto dai Lions.

Palazzo d’Arco a Mantova, i Lions vanno a supporto del progetto di restauro dell’intero guardaroba storico. Nasce infatti “La moda racconta”, la sezione del museo della storia della moda e del costume di Palazzo d’Arco.
Palazzo d’Arco tra le varie collezioni conserva anche un’importante raccolta di tessili, tra cui parati liturgici, tappeti, tre portantine e tessili d’arredo ovvero salotti rivestiti e tappezzerie. Dal 2015 la Fondazione d’Arco ha intrapreso un percorso di conoscenza dei manufatti tessili del palazzo aggiornandosi sulle moderne metodologie di restauro e maturando una peculiare sensibilità; di grande utilità è stato inoltre il confronto con realtà d’eccellenza nel campo della conservazione e della valorizzazione di tale ricchezza, quali la Fondazione Ratti a Como o il Museo del Tessuto di Prato.
Questo atteggiamento si è tradotto in un impegno costante a conservare il patrimonio nella sua autenticità ossia agendo esclusivamente con interventi di tipo conservativo. Esempio e orgoglio sono i restauri dei damaschi di seta vittoriana della Sala Rossa e il salotto biedermeier della Sala dei papiers peints. Tale percorso conservativo è stato possibile grazie alle campagne di raccolta fondi attivate dalla Fondazione d’Arco sul territorio; coinvolgendo i donatori e il pubblico del museo, raccontando e mostrando in serate dedicate il prima e il dopo, le tipologie di tessuti incontrati con la loro fragilità e bellezza e le loro storie. Un cammino dunque di valorizzazione dei beni ma anche di educazione per un approccio più accorto e sensibile.
Fa parte della collezione tessile un nucleo consistente di oltre duecento capi d’abbigliamento maschile e femminile appartenuti ai conti d’Arco, databile tra la prima metà dell’Ottocento e gli anni trenta del Novecento, La raccolta di abbigliamento dialoga con quella delle riviste (n.1000 esemplari per circa 60 titoli) di moda femminili, con titoli prestigiosi italiani e francesi: molti sono gli spunti di ricerca accanto alle ricevute di acquisti, conservate nell’archivio, che tracciano una mappa delle botteghe artigianali mantovane o dirottano verso i grandi magazzini di Milano e Parigi.
La fragilità dei beni in questione, il valore del ritrovamento e la consapevolezza che tale patrimonio rappresenta per Mantova un unicum ha portato alla redazione di un progetto complesso e ambizioso ma anche particolarmente stimolante che consentirà a Mantova di godere e fruire di una nuova sezione museale a Palazzo d’Arco dedicata alla storia della moda e del costume.
Per informazioni:
Piazza C. d’Arco, 4 – 46100 Mantova
T +39 0376322242 info@museodarcomantova.it
www.museodarcomantova
La consistenza delle collezioni
Il guardaroba dei conti d’Arco comprende: Abiti maschili e femminili, giacche e soprabiti, intimo e livree di casa d’Arco. Tra i numerosi
capi femminili si segnalano un abito da viaggio in lana tartan della metà del XIX secolo, uno splendido abito da sera in seta avorio con ricami e perline della fine del XIX secolo, due soprabiti da sera di pregiata fattura in velluto di seta degli anni venti del XX secolo e un soprabito da giorno in lino e seta avorio e nero sempre di inizio secolo.
Gli abiti sono appartenuti alla contessa Giovanna d’Arco De Capitani d’Arzago (Milano 1813 – Como 1865), alla contessa Giovanna d’Arco Chieppio Ardizzoni (Mantova 1880 – 1973) e a sua madre Maria Cantoni (Mantova 1856 – 1930). Dell’ abbigliamento maschile, si conservano due marsine dei primi decenni del XIX secolo, la prima in cotone e lino a quadri e la seconda di panno blu con ricami in argento e bottoni decorati con lo stemma della Congregazione Municipale della Città di Mantova. Quest’ultima infatti è una marsina di rappresentanza per la carica di podestà della città, carica ricoperta da ben due membri di casa d’Arco, Francesco Alberto II e poi il figlio Carlo d’Arco. Si aggiungono poi giacche, panciotti, pantaloni e camicie con sparato, colletto e polsini in celluloide. Tutti questi indumenti appartennero al conte Francesco Antonio d’Arco.
Accanto agli indumenti femminili e maschili e alle livree del personale di servizio si conteggiano le calzature e le borsette in pelle e tessuto, i bauli da viaggio, e i fiori in tessuto dell’alta moda, perlopiù in seta ma anche in velluto e in carta, che insieme a spilloni, nastri e velette impreziosivano i cappelli e gli abiti. La raccolta dei cappelli, circa 80 esemplari, che comprende pezzi perlopiù femminili è varia nelle fogge, passando da piccoli copricapi in panno o in velluto a cappelli a tesa larga in tessuto o in paglia.
Dove l’archivio tessile sarà allestito nella Fabbrica del Giardino d’inverno facente parte del medesimo complesso museale. Al piano terra si trova l’orangerie, un ambiente tardo ottocentesco di grande fascino, dotato di vetrate sui tre lati affacciati verso il giardino e provvisto di un impianto di riscaldamento con radiatori ad acqua calda all’avanguardia per l’epoca, ancora presente anche se non funzionante. Fu inoltre realizzata, al centro della stanza, una vasca con fontana per pesci e tartarughe, ancor oggi bordata di Capel Venere. Cattura l’attenzione del visitatore la statua in bronzo di una giovane tuffatrice (o Tuffolina) opera del varesino Odoardo Tabacco (1878). Al primo piano invece si trova un unico ambiente diviso da paratie lignee che era probabilmente utilizzato come spazio di servizio dalla servitù. La Fondazione ha attivato da ottobre 2020 un importante cantiere di restauro strutturale dell’intero edificio che si è concluso a giugno 2021.
Finalità generali
– Salvaguardare un patrimonio particolarmente fragile impedendone la dispersione e la distruzione con azioni concrete ed immediate;
– Conservare il patrimonio culturale di Palazzo d’Arco e in particolare la raccolta di abbigliamento appartenuta ai conti d’Arco;
– Tutelare e valorizzare la raccolta di abbigliamento inaugurando una nuova sezione museale dedicata alla storia della moda e del costume;
– Fare network con la Fondazione Comunità Mantovana e l’associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani;
– Sensibilizzare e integrare la comunità del territorio coinvolgendola attivamente in una campagna di raccolta fondi.
Ogni guardaroba racchiude al suo interno arte, cultura e artigianalità: niente di più vero e il guardaroba dei conti d’Arco svela storie di uomini e donne, di sartorie e di manifatture storiche del territorio mantovano e nazionale. Il patrimonio tessile della Fondazione ha un potenziale straordinario, la capacità di raccontare storie, ora strettamente connesse con la storia della famiglia d’Arco, ora legate al processo di emancipazione della donna, che nell’abito trova una possibile via di svolta, ora che narrano gli sviluppi (non sempre positivi) del mondo della manifattura tessile e del commercio.
Il progetto si articola nelle seguenti azioni progettuali:
CONOSCENZA del patrimonio tessile rinvenuto
1. Tutti i capi sono stati fotografati e inventariati
2. Conoscenza dello stato conservativo del patrimonio. Tutti i capi sono stati visionati da restauratrici tessili. Per ognuno è stata compilata una check list che evidenzia lo stato conservativo, individuando le criticità e i conseguenti interventi necessari.
3. Notifica alla Soprintendenza competente del patrimonio rinvenuto.
4. Proseguimento della ricerca della cospicua documentazione storica nell’archivio di famiglia. La documentazione posseduta
RESTAURO CONSERVATIVO
1. Per tutti i capi è prevista la manutenzione straordinaria finalizzata alla messa in sicurezza dei beni, che si traduce in un intervento di pulitura e di trattamento antitarme.
IMMAGAZZINAGGIO e ARCHIVIAZIONE
1. Tutti i capi restaurati saranno immagazzinati in scatole da conservazione. Le scatole scelte sono realizzate con cartone ondulato per la conservazione a lungo termine. La composizione è di 100% alfa cellulosa, acid free, con riserva alcalina>5% di carbonato di calcio; spessore 1,6 mm.
2. Archiviazione orizzontale delle scatole su apposite scaffalature in ambiente sottoposto a monitoraggio di luce, temperatura ed umidità. Le condizioni ottimali microclimatiche sono: 18°/22° T e 40/50% UMR
3. Gli ambienti sopra il Giardino d’Inverno saranno dotati di impiantistica necessaria a mantenere le condizioni termoigrometriche e di sicurezza necessarie. Si comprendono gli interventi propedeutici alla realizzazione dell’impiantistica.
ESPOSIZIONE
1. L’esposizione dei capi avverrà nelle sale arredate del museo in teche protette con controllo dell’umidità attivo. L’ambiente inoltre avrà schermature alle finestre per evitare l’ingresso dei raggi UV. E’ prevista la fornitura ex novo di due teche a campana in vetro con porta apribile e serratura di sicurezza; basamento e piano espositivo ignifugo. Le teche sono dotate di illuminazione led. A queste si aggiungono altre due teche di cui la Fondazione già dispone, adatte per esporre accessori.
2. Si aggiunge la fornitura di manichini personalizzati. Vista la necessità di adattare ogni volta i manichini agli abiti che devono indossare la Fondazione si è rivolta ad un gruppo di artigiani che stanno realizzando un prototipo di manichino (uno maschile e uno
femminile) con corporatura e acconciatura della seconda metà dell’Ottocento.
3. L’esposizione dei capi sarà di tipo responsabile ovvero a rotazione e di carattere temporaneo. Non si dimentichi infatti che oltre ai parametri di temperatura ed umidità anche l’esposizione alla luce solare e lo stress da esposizione su manichini sono estremamente dannosi.
VALORIZZAZIONE del patrimonio tessile
1. Raccontare la storia della moda attraverso esposizioni temporanee, percorsi di visita guidata, eventi dedicati e attività didattiche per bimbi e ragazzi. Straordinario è il dialogo esistente tra i beni, testimoni di cultura e mutamenti sociali, gli uomini e donne a cui sono appartenuti, i conti d’Arco, e il luogo in cui sono vissuti e dove continuano ad essere preservati ovvero Palazzo d’Arco. Tale eccezionalità, che caratterizza in maniera peculiare il Museo di Palazzo d’Arco, consente una miglior comprensione dei beni e delle loro
storie. Gli abiti si integrano perfettamente con l’ampia ritrattistica e con le riviste e figurini di moda del fondo di periodici di moda costume e società femminili e maschili della Biblioteca. Per ultime ma non in ordine di importanza si trovano le carte d’archivio e le fotografie storiche, testimonianze assai preziose. La Fondazione ha già incominciato un percorso di valorizzazione del patrimonio tessile che possiede, attivando tour tematici ai tessuti antichi del palazzo, dai tessuti d’arredo della dimora nobiliare tra sette e ottocento ai tessuti d’abbigliamento riutilizzati nei rivestimenti della mobilia.
2. Aprire l’archivio agli studiosi mettendo a disposizione le riproduzioni fotografiche, i dati e i documenti in possesso promuovendo la ricerca.
COMUNICAZIONE E PROMOZIONE
La comunicazione e promozione del progetto e dell’apertura della nuova sezione del museo dedicata alla storia della moda e del costume avverrà attraverso la stampa, il sito web del museo che sarà rinnovato e le pagine social.
Soggetti beneficiari: Fondazione d’Arco, l’intera comunità mantovana e coloro che visiteranno la città di Mantova.
Risultati attesi: Gli interventi descritti consentiranno la restituzione al pubblico di un primo lotto della collezione di beni, di straordinario significato per la storia del Palazzo in cui è conservata ma anche di profonda rilevanza per la storia del costume e della moda italiana. Il guardaroba di casa d’Arco testimonia i cambiamenti culturali e sociali che portarono alla nascita dell’alta moda moderna, partendo dalla figura del sarto quale artigiano locale con lo sviluppo delle rinomate sartorie italiane della seconda metà dell’Ottocento che tenevano a modello la Haute Couture parigina.
La moda, con il suo incessante rinnovamento, è sinonimo di modernità. I suoi mutamenti riflettono i cambiamenti della società urbana e accompagnano la lenta ma progressiva emancipazione della donna che nella moda trova uno dei suoi supremi mezzi di espressione. La storia della moda si intreccia con le storie di donne e di uomini che facevano parte della famiglia d’Arco. Questo è il valore del percorso che il Museo di Palazzo d’Arco offrirà al pubblico. La nuova sezione sarà accessibile al fine di ricerca agli studiosi che ne faranno richiesta. Inoltre il primo lotto restaurato sarà esposto ai visitatori nelle sale del museo con esposizioni tematiche a rotazione.
Costo complessivo del progetto (beni architettonici e beni mobili artistici con il restauro dell’intero guardaroba): 160.000,00 euro
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