Adozioni

Greg, 14 anni e la prima volta
al lago. L'altra prospettiva

Sono tanti i cani anziani, ma anche quelli meno anziani, che magari non hanno possibilità, perché quando passano i due anni difficilmente interessano qualcuno. Greg era uno dei cani anziani di Curtatone

Cammina vicino alle acque del lago di Molveno Greg. Immerge le zampe, ma solo un attimo, prima di tornare verso la più tranquilla riva. 11 anni di canile, tra Pegognaga e Curtatone e questa è per lui la prima vacanza, il primo viaggio accanto a due persone che gli vogliono bene e si stanno prendendo cura di lui. Cammina Greg, per quello che può e con le forze che ha. Adesso che di anni ne ha 14 è più faticoso: ha una forma grave di insufficenza renale, ma ha tanta, davvero tanta voglia di vivere.

A raccontarci la sua storia è Alessia, volontaria del Canile di Curtatone e volontaria in canile a Parma, tanti anni di cani alle spalle. Non ha mai guardato l’età, di quella non si preoccupa. “Ogni cane ha tanto da darci ed ogni vita vale”.

Greg lo ha conosciuto al canile di Curtatone, mentre faceva la volontaria. “Sono tanti i cani anziani, ma anche quelli meno anziani, che magari non hanno possibilità, perché quando passano i due anni difficilmente interessano qualcuno. Greg era uno dei cani anziani di Curtatone. Era arrivato in canile quando aveva tre anni, e lì aveva passato tutta la sua vita, tra il box di Curtatone e quello di Pegognaga. Greg è sempre stato molto attento, e quando lo portavo in passeggiata era sempre lì ad attendermi alla porta del box. Ce ne sono tanti di cani in canile, ed ho pensato che non fosse giusto farlo morire lì. Allora l’ho portato a casa”.

Di cani Alessia ne ha portati a casa altri. Per sei anni hanno vissuto con lei i piccoli Martino e Giulietto. Li aveva adottati che avevano 10 anni, hanno vissuto con lei, e con lei condiviso la sua vita, una splendida vita in cui hanno fatto tante esperienze, sino a quando di anni ne hanno avuti uno 16 e l’altro 16 e mezzo. Adesso, oltre a Greg ha Luna. Anche lei con qualche problema di salute, ed anche lei seguita e curata al meglio.

“Greg non ha avuto nessun problema di adattamento, e da quando è uscito dal canile è migliorato. Fa le sue brevi passeggiate, dorme molto, ma è più attento, ha ben in testa gli orari del pasto e si fa sentire se si tarda a darglielo. Anche in vacanza, dove pensavo potesse avere dei problemi, si è subito adattato. Adesso ha tanti stimoli. Un cane in un canile non può averne tanti. Lui sta recuperando il tempo perso, fiuta dappertutto”. E impara nuovi odori, nuove prospettive. “La mia – ci dice sorridendo Alessia – è stata una sorta di vacanza geriatrica”.

Tanti anni di canile, tanti anni ad osservare e a prendersi cura di cani tanto da capire bene come vanno le cose. “Se ho raccontato la storia di Greg – ci dice – è perché spero possa servire a chiunque pensi di adottare un cane di dare la possibilità a tutti i cani. Non è un appello solo per i cani anziani, perché un cane a sei anni comunque per chi adotta è spesso già tagliato fuori. Ogni cane merita una possibilità. Esistono tante tipologie di famiglie e tanti cani, ognuno con il suo carattere ed ognuno con le sue possibilità di adattamento. Greg è con me da 45 giorni, ha già conosciuto tante cose ed è già migliorato: dal non riuscire quasi più a camminare a quello che fa adesso i miglioramenti si vedono”.

No, non è la medicina, o solo la medicina. Dicono sia la forza dell’amore e basta guardare come Greg guarda Alessia per capire quanto ce ne sia tra la volontaria che lo ha adottato e quel cane che ha vissuto gran parte della sua vita in canile. Ora c’è l’oggi, e il tempo che resta. Sul tempo che resta nessuno può sapere niente ma nell’oggi Alessia sa che vale la pena amarli e amare.

“Carpe diem quam minimum credula postero”, cogli il giorno, confidando il meno possibile nel domani. Vivi intensamente e più forte che puoi adesso. Ecco. Questo è Greg. Che vive il suo presente a fianco di una sorella anziana ed acciaccata come lui e a due persone che gli vogliono infinitamente bene. E di bene ne ridà indietro, cento volte in più come i cani sanno fare.

Ne Le notti bianche di Fedor Dostoevskji il sognatore incontra Nasten’ka e poi la perde, da lì a poco, nello spazio di sole 4 notti. Se ne innamora, ma alla fine lo stesso, pur avendola perduta, ringrazia il destino d’avergliela fatta incontrare. Il destino spesso non può essere cambiato, ed a volte può non essere quello sperato, ma è degno comunque di essere percorso. Il romanzo di Dostoevskji termina con una lettera di Nasten’ka, che riabbraccia il suo primo amore, al sognatore ed una chiusa che racchiude in se tutto il concetto. E’ la gratitudine, e l’importanza comunque di aver vissuto, e non importa il tempo. “Sii benedetta – dice il sognatore – per quell’attimo di beatitudine e di felicità che hai donato a un altro cuore solo, riconoscente! Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?”.

Ecco, Alessia è una sognatrice, di quelle che il buon Fedor avrebbe probabilmente amato. Non si chiede quanto tempo resti. Ma vive quello che c’è, e che corre tra le mani. “Ogni cane – ripete Alessia – ha tanto da darci ed ogni vita vale. L’importante è guardare le cose da un’altra prospettiva. Non dal punto di vista del tempo che resta, ma pensando a quello che in quel tempo che resta noi possiamo dare. Per me questo ha un peso enorme”.

Nazzareno Condina

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