Coldiretti, clima pazzo,
obiettivo la sostenibilità
Attraverso Mater-Agro, inoltre, Coldiretti e Novamont progetteranno protocolli per rigenerare suoli inquinati, instabili e a rischio di desertificazione, realizzando una “fattoria sperimentale” che formerà agricoltori e ricercatori.
Sono almeno 300 gli eventi estremi tra nubifragi, bombe d’acqua, trombe d’aria, grandinate e tempeste di fulmini che hanno colpito la Lombardia durante l’estate 2021 che in Italia, al punto di vista climatologico, si classifica come la sesta più calda dal 1800 con una temperatura superiore di 1,55 gradi rispetto alla media. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Isac Cnr e Eswd divulgata in occasione del summit dei giovani agricoltori Coldiretti che si è tenuto a Milano per la PRECOP26 che anticipa la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma a novembre nel Regno Unito.
All’appuntamento nel capoluogo lombardo hanno partecipato come relatori: Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona; Marina Montedoro, direttore di Coldiretti Lombardia; Veronica Barbati, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa; Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione, Sistemi Verdi di Regione Lombardia; Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, realtà leader internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemical; Francesco Ciancaleoni dell’area Ambiente Coldiretti; Paolo Di Stefano, area Affari Internazionali Coldiretti; Stefano Leporati, segretario nazionale Coldiretti Giovani Impresa; Daniela Dionesalvi, responsabile formazione Coldiretti Giovani Impresa. Ha moderato l’incontro Carlo Maria Recchia, delegato regionale Giovani Impresa Coldiretti Lombardia e delegato provinciale dei giovani Coldiretti Cremona.
Anche quest’anno – spiega la Coldiretti – si conferma la tendenza all’innalzamento della colonnina di mercurio ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003. Il cambiamento climatico si è caratterizzato peraltro con una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.
Una situazione – prosegue la Coldiretti – che negli ultimi dieci anni ha già provocato nelle campagne italiane 14 miliardi di euro di danni alle coltivazioni e alle strutture. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – sottolinea la Coldiretti -. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.
Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – continua la Coldiretti – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia. In questo contesto si inserisce anche il piano Coldiretti/Novamont per lo sviluppo dell’agricoltura 4.0, come ha ricordato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, durante il suo intervento al convegno dei giovani contadini a Milano in riferimento alla nascita di Mater-Agro. Si tratta – spiega la Coldiretti – della prima realtà specializzata nella bioinnovazione che intende aiutare gli imprenditori agricoli a mantenere buone rese di coltivazione, attraverso soluzioni agronomiche sostenibili per la transizione ecologica, dai biofitosanitari ai biolubrificanti, dai teli biodegradabili per la pacciamatura alle altre applicazioni in bioplastica biodegradabile, fino allo sviluppo di colture in grado di affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici su temperature e disponibilità di acqua.
Attraverso Mater-Agro, inoltre, Coldiretti e Novamont progetteranno protocolli per rigenerare suoli inquinati, instabili e a rischio di desertificazione, realizzando una “fattoria sperimentale” che formerà agricoltori e ricercatori sulla trasformazione di aree degradate in centri di innovazione e di sviluppo per una gestione efficiente e sostenibile delle colture e affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici. Per la valorizzazione e distribuzione dei nuovi prodotti e servizi, il progetto potrà contare sulla rete dei Consorzi Agrari d’Italia – Bonifiche Ferraresi.
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