Cronaca

Gessi e veleni, CNC e M5S: "Più
controlli, per la salute di tutti"

CNC e M5S chiedono al sindaco di mantenere la promessa fatta, quella cioé di seguire la problematica per arrivare a un dunque. Manfredi, Vappina e Pasotto hanno infine ringraziato Gabriel Fomiatti per aver appoggiato la mozione

In foto, da sinistra, Pierluigi Pasotto, Adamo Manfredi e Fabrizio Vappina

Tornano sulla mozione bocciata dal Consiglio Comunale (col no compatto della maggioranza , l’astensione di Annamaria Piccinelli e il voto favorevole di Gabriel Fomiatti del Listone) relativa alla richiesta di predisporre un regolamento comunale per il tracciamento dei gessi di defecazione, per chiedere a Regione Lombardia d’inserire anche il casalasco come zona vulnerabile per lo spandimento di fanghi industriali e per istituire controlli sul territorio dopo lo scandalo emerso dall’inchiesta della procura bresciana e dei Carabinieri Forestali relativa allo spandimento di gessi e veleni in numerosi terreni, del cremonese e anche del casalasco. CNC (alla presenza di Fabrizio Vappina e Pierluigi Pasotto) e M5S Casalmaggiore (rappresentato da Adamo Manfredi) chiariscono la loro posizione.

“Abbiamo visto che la Regione, dopo l’inchiesta bresciana, è corsa ai ripari per quel che riguarda il tracciamento degli spandimenti dei gessi di defecazione fino ad oggi non prevista. Ma avere una buona legge non basta – esordisce Pierluigi Pasotto – se poi non ci sono regolamenti locali ,analisi dei terreni e controlli sugli spandimenti. L’inchiesta di Brescia ha interessato anche aree a noi vicine nelle quali sembra siano stati sparsi e arati fanghi nocivi non trattati spacciati per gessi di defecazione, che sono omologati come fertilizzanti e correttivi del terreno. Il sistema di controllo, stando a quanto dicono gli atti dell’inchiesta, non ha funzionato. Vorremmo chiarire che la cosa che più ci interessa e ci ha mosso a questa iniziativa è la salute pubblica. Non è una guerra contro gli agricoltori, anzi, un maggior controllo, regole certe, un dialogo aperto con le amministrazioni locali,andrebbero a vantaggio di chi agisce all’interno della legge, di quegli agricoltori, la maggior parte, che rispetta le regole. Lo abbiamo chiarito subito, così che qualche consigliere di maggioranza potesse tranquillizzarsi, che qualsiasi regolamento avrebbe dovuto essere concertato con tutti gli attori in campo: Sindaci, Provincia, Ats, Ufficio Territoriale Regionale, Arpa, associazioni e di categoria e gli stessi imprenditori agricoli”.

Il Casalasco deve essere considerato area vulnerabile? : “Regione Lombardia  – prosegue Pasotto – usando un solo criterio strettamente legato alla zootecnia, ha inserito 167 comuni in area vulnerabile allo spandimento dei fanghi 43 in area cremonese e zero in area casalasca. Abbiamo vaste aree coltivate in zona golenale, con un  terreno (sabbioso) con caratteristiche diverse rispetto a quello che si trova oltre l’argine maestro. Ma se quei gessi, che tali non erano fossero stati sparsi e sotterrati come potrebbe essere stato, in terreni golenali, dove si pensa potrebbero finire quando il Po uscirà? Noi non solo siamo zona vulnerabile, siamo zona ultra vulnerabile. La pianura Padana, Cremona, il casalasco, sono tra le zone più inquinate d’Italia e del pianeta. Pensiamo all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, all’incidenza di certi tumori, neoplasie e  leucemie con valori sopra la media nazionale. Non possiamo ragionare limitandoci al segmento agricolo, quello è solo una parte del puzzle, la situazione va vista complessivamente , e siamo messi male. Siamo area vulnerabile, a rischio per tante patologie, senza dubbio. Per questo avevamo chiesto, in quel punto contestato, di chiedere a Regione Lombardia che anche il casalasco venisse inserito nelle aree vulnerabili, valutando tutti gli aspetti, non solo quello agricolo. Alcuni comuni, penso a Sospiro, Rivarolo del Re e Martignana Po, hanno già approvato regolamenti in materia utilizzando una bozza predisposta dalla Provincia di Cremona, introducendo regole a tutela dei  loro territori. Ci dovrà arrivare anche Casalmaggiore, Bongiovanni si è preso l’impegno di farlo e noi lo aspettiamo, anche perché come sindaco è autorità sanitaria competente”.

Per Vappina e Pasotto dovrà essere un buon regolamento, che rispetti le esigenze degli imprenditori agricoli ma che impedisca che certi fatti possano accadere di nuovo “Non ce lo possiamo permettere. La nostra era una mozione propositiva, non polemica che riguardava anche e soprattutto l’ambiente e la salute pubblica; riteniamo grave sia stata respinta con le premesse che abbiamo illustrato e che i cittadini possono verificare ascoltando lo streaming della discussione in consiglio comunale. Su ambiente e salute dei cittadini non molleremo certo la presa”.

CNC e M5S hanno preannunciato una serie di iniziative in materia, a partire da un’incontro informativo, probabilmente a settembre.

“Sulla questione dei fanghi di depurazione industriale e civile – ha aggiunto Adamo Manfredi – il punto focale è che la Regione Lombardia produce 77o mila tonnellate di fanghi e importa per lavorare e poi spandere sui propri terreni fanghi prodotti in Italia pari a un quantitativo di 600mila tonnellate annue, per la maggior parte poi trasformati in gessi. E’ un dato abnorme, è qui che nasce il vero problema, è da qui che nascono tutti i problemi di inquinamento da fanghi e gessi sui terreni e poi delle falde acquifere e dell’atmosfera. Si è creato in Lombardia un giro d’affari milionario, e si continua a livello mediatico e politico ad ignorarne gli effetti. In questo sistema così fragile in cui viviamo non vogliamo anche i fanghi di mezza Italia, perché chi deve controllare come ARPA non è in grado di farlo tempestivamente per debolezza o altro. E non dobbiamo aspettare che sia sempre la magistratura, che ringraziamo, ad intervenire”.

CNC e M5S chiedono infine al sindaco di mantenere la promessa fatta, quella cioé di seguire la problematica per arrivare a un dunque. Manfredi, Vappina e Pasotto hanno infine ringraziato Gabriel Fomiatti per aver appoggiato la mozione.

N.C.

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