Salute

Anche 50 medici cremonesi al
Tar contro l'obbligo vaccinale

“Noi impugniamo un obbligo che non può essere tale”, ha spiegato l’avvocato Granara, “perché un trattamento sanitario obbligatorio è possibile solo se ha i requisiti di efficacia e sicurezza. E il vaccino non ha né l’uno né l’altro".

Ci sono anche una cinquantina di medici cremonesi tra i 300 camici bianchi, tra operatori sanitari, farmacisti e medici di base, che hanno fatto ricorso al Tar di Brescia chiedendo l’annullamento dell’obbligo vaccinale. Medici cremonesi, bresciani, bergamaschi e mantovani si sono rivolti all’avvocato Daniele Granara, del foro di Genova, che li rappresenterà nel procedimento. L’udienza è fissata al prossimo 14 luglio. “Non si tratta di una battaglia no vax”, ha fatto sapere l’avvocato Granara, “ma una battaglia democratica. In questo caso si vuole obbligare una persona a correre un rischio, perchè se non lo fa gli viene impedito di poter svolgere il suo lavoro”. Il ricorso è stato presentato contro Ats Val Padana, Ast Bergamo, Ast Brescia e Ats Montagna. “L’Italia”, si legge nelle 52 pagine di ricorso, “è l’unico Paese dell’Unione Europea a prevedere l’obbligatorietà per determinate categorie di soggetti della vaccinazione per la prevenzione della Sars-CoV-2”.

In Lombardia il nuovo decreto Covid, in vigore dal primo luglio, prevede che chi lavora in strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali deve essere vaccinato contro il Covid. Per chi non lo sarà saranno previsti dei provvedimenti. Medici e infermieri potranno rischiare la sospensione delle mansioni, con il trasferimento in altri reparti, fino alla sospensione dello stipendio. In Regione sono ancora il 9 per cento i medici non vaccinati: tra questi però ci sono donne in gravidanza, sanitari che hanno certificati di esonero per patologie, guariti dal Covid o positivi al tampone. Al momento sarebbero quasi il cinque per cento i medici che rifiutano il vaccino per altri motivi.

“Noi impugniamo un obbligo che non può essere tale”, ha spiegato l’avvocato Granara, “perché un trattamento sanitario obbligatorio è possibile solo se ha i requisiti di efficacia e sicurezza. E il vaccino non ha né l’uno né l’altro. E’ un antidoto che non viene considerato sicuro né efficace. Noi chiediamo il rispetto per la cura, per la sensibilità di ciascuno e per la libertà di scelta. E’ bene che si sappia che nonostante ci sia questo pensiero unico, anche mediatico, c’è gente che dissente e che ha il diritto di farlo. L’Italia è l’unico Paese che ha un obbligo vaccinale che non esiste in altri Paesi europe. Quindi andremo avanti”.

Sara Pizzorni

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