Cultura

Misteri e leggende attorno al Po:
il fantasma a cavallo di Brancere

Tra le tante storiche e splendide corti che impreziosiscono la campagna cremonese, rimaste ancora oggi a testimoniare la laboriosità di un territorio che, da secoli, gioca un ruolo da protagonista nel sistema agricolo della Pianura Padana, spicca la meravigliosa, imponente cascina Alluvioni di Brancere di Stagno Lombardo

Quella del Grande fiume è terra ricca di tradizioni e di storie, di vicende umane e di cultura contadina. Tra pioppeti e spiaggioni, argini e piccoli borghi cresciuti attorno a vecchi campanili, sull’una e sull’altra riva, è anche terra di misteri e leggende. Che tengono vivi e arricchiscono la vita e il fascino di queste terre.

Grazie alla collaborazione di Paolo Panni, Eremita del Po, da sempre appassionato, cultore e studioso di misteri e leggende delle terre fluviali, iniziamo oggi un “viaggio” che ci porterà, nel corso dell’estate e non solo, alla scoperta degli enigmi, degli arcani e delle leggende delle terre del Po.

“Ringrazio oglioponews – dichiara lo stesso Eremita del Po – che mi dà la possibilità di ripercorrere i tanti misteri e le numerose leggende che, tra Emilia e Lombardia, si susseguono tra i vari borghi lambiti e baciati dal fiume. Invito tutti i lettori a dare il loro contributo, segnalando misteri e leggende delle loro terre contattandomi attraverso oglioponews. Per scrivere insieme anche questo pezzo di storia del nostro fiume, della nostra gente, dei nostri piccoli borghi”.

Sarà un viaggio, soprattutto, tra Cremonese, Piacentino e Parmense, anche ben oltre i confini del comprensorio Oglio Po, con l’obiettivo di far conoscere a tutti storie insolite, curiose e meno note di un fiume che, anche così, deve unire e non dividere.

Iniziamo da subito questo viaggio, partendo proprio da una piccola località della pianura cremonese.

IL FANTASMA A CAVALLO DI BRANCERE

Tra le tante storiche e splendide corti che impreziosiscono la campagna cremonese, rimaste ancora oggi a testimoniare la laboriosità di un territorio che, da secoli, gioca un ruolo da protagonista nel sistema agricolo della Pianura Padana, spicca la meravigliosa, imponente cascina Alluvioni di Brancere di Stagno Lombardo.

A due passi, ormai, dalla città, immersa nel verde e nel silenzio della campagna lombarda, a un tiro di schioppo dall’argine del Po, la cascina versa da anni in stato di abbandono che tuttavia non le toglie quel fascino che la contraddistingue e non scalfisce la storia, a tanti sconosciuta, che la accompagna.

Un simbolo di cultura agreste e di laboriosità che, nonostante i crolli già evidenti e la situazione di rovina in cui versa, non deve in nessun modo andar perduto. A rendere prezioso il grande complesso spiccano la splendida limonaia con le sue interessanti architetture e, a poca distanza, in mezzo ai campi, l’antica cappella gentilizia della famiglia Germani, il casato che in passato era proprietario della cascina.

Qui, a due passi dai loro possedimenti, in mezzo ai loro campi, i Germani hanno voluto riposare, come a volersi legare per sempre al luogo in cui hanno trascorso l’esistenza. L’ultimo di loro, secondo quanto si tramanda, sarebbe stato sepolto alla fine del 1800.

Da allora nessun membro della famiglia vi è più stato tumulato ma è proprio attorno alla cappella gentilizia, realizzata in marmo bianco, che, da tanti anni, si tramanda una leggenda. Quella di un fantasma a cavallo che, nelle notti di luna piena, sarebbe apparso a più testimoni ed a coloro che, per curiosità o altro, avrebbero cercato di introdursi nel tempietto funerario.

Secondo la leggenda si tratterebbe della figlia dei vecchi proprietari, scomparsa secoli fa in età prematura, che si manifesterebbe avvolta da lunghe vesti, in sella ad un cavallo bianco.

La leggenda è finita anche sul libro “Italia dei fantasmi” di Giorgio Harold Stuart pubblicato nel 1988 da Editrice Grafica L’Etruria. Secondo quanto riporta il volume di Stuart, i fatti anomali segnalati, in varie epoche, intorno alla cappella sarebbero da attribuire al fatto che le sepolture sono state effettuate in terra sconsacrata.

Il libro non parla di una ragazza (o bambina) ma attribuisce il fantasma al “vecchio” Germani, fervente garibaldino e descrive anche quanto accaduto ad un gruppo di persone che, in tempi passati, spinti dalla curiosità, si introdussero nella proprietà privata. Non credendo alla leggenda decisero di trascorrere qualche ora, in piena notte, accanto alla cappella funeraria e, ad un tratto, udirono un rumore metallico provenire da una delle tombe.

Poco dopo, stando sempre al racconto di Giorgio Harold Stuart, videro (o furono convinti di vedere) un cancelletto aprirsi e, ad un tratto, apparve una figura umana, non ben definita, di colore biancogrigio e, a quel punto, terrorizzati, fuggirono. Come sempre accade in questi casi, non è facile distinguere la realtà dalla fantasia ed è giusto che la leggenda possa continuare, tramandata dagli abitanti del paese rivierasco, che la tengono viva.

Paolo Panni – Eremita del Po

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