Fusione Lgh-A2A: in vista una
Fondazione a garanzia dei territori
Se il 70% dei soci di minoranza (oltre Cremona, Rovato, Lodi, Pavia e Crema) voterà per la fusione, questa andrà in porto: seguiranno 30 giorni di tempo per siglare il patto e altri 30 per la completare la procedura in Camera di Commercio.
Riunione a porte chiuse nei giorni scorsi per la prima delle commissioni comunali che devono esaminare la proposta di fusione di Lgh in A2A. I dettagli sono mantenuti nel più stretto riserbo; per la prossima settimana è previsto un nuovo incontro dove forse si avvierà la discussione, anche se la scelta della fusione è ormai insindacabile.
A presentare i contenuti, l’amministratore delegato di Lgh Claudio Sanna e l’azionista Massimo Siboni, presidente di Aem che hanno illustrato le caratteristiche di un’operazione che porterà la patrimoniale cremonese a detenere lo 0,85% delle azioni di A2A. Allo studio la creazione di una fondazione Lgh (il nome è tutto da decidere) a 7 membri, dotata di disponibilità finanziaria, con la finalità di garantire una rappresentanza territoriale e la ricerca nel campo di economia circolare, sostenibilità, bioenergie, in sinergia con gli altri attori locali. In sostanza, pare di capire, sarà questo l’anello di congiunzione tra le progettualità contenute nel piano Cremona 20/30 e A2A.
C’è poi il tema dividendo: Lgh non ha ancora presentato il Bilancio 2020 in assemblea soci, quindi non è ufficialmente nota l’eventuale ripartizione degli utili. Una questione che sta a cuore tanto ad Aem (che lo scorso hanno ha ricevuto circa 1,8 milioni dalla holding), quanto a quella parte di minoranza che ha sempre visto di cattivo occhio la fusione parlando di totale perdita di controllo da parte del Comune. Si parla di un consistente accantonamento impegnerà il bilancio di Lgh in vista delle spese legate alla discarica di Grottaglie: lo scorso anno il Tar di Lecce ha respinto la richiesta di A2A Lgh di ampliare il sito, dando invece ragione al comune.
Tuttavia, il margine operativo lordo con cui Lgh chiude l’esercizio dello scorso anno è pari a 55,9 milioni di euro, in crescita rispetto al 2019.
Se il 70% dei soci di minoranza (oltre Cremona, Rovato, Lodi, Pavia e Crema) voterà per la fusione, questa andrà in porto: seguiranno 30 giorni di tempo per siglare il patto e altri 30 per la completare la procedura in Camera di Commercio.
Giuliana Biagi