Impennata di incidenti:
"Velocità, alcol e distrazione"
Ne hanno parlato il comandante della Stradale Deledda e della Polizia Locale Sforza a "Punto e a capo" su Cremona1.
Dopo i numerosi incidenti registrati negli ultimi giorni sulle strade cremonesi e le troppe vittime che hanno causato, il comandante della Polizia Stradale Federica Deledda e il comandante della Polizia Locale di Cremona Pierluigi Sforza hanno analizzato le possibili cause nel corso della puntata di Punto e a capo su Cremona1. “Non bisogna parlare – ha detto Sforza – di incroci o curve della morte, ma occorre tenere conto della responsabilità delle persone”. In particolar modo, sul territorio cittadino, a registrare il maggior numero di incidenti sono le vie della cintura interna di Cremona come via Dante, via del Giordano, via Massarotti e viale Trento e Trieste, oltre a quelle principali di penetrazione come via Mantova, via Persico e via Bergamo.
Entrambi, in ogni caso, hanno evidenziato come dal ritorno in zona gialla ci sia stata un’impennata di scontri, con Sforza che precisa: “Nella prima settimana sono avvenuti 14 incidenti in 48 ore sulle strade cittadine”. Tra le cause, la distrazione, a partire dall’utilizzo del telefonino, ma anche un “effetto pista” come rimarcato da Deledda: “Con la ripresa della mobilità quasi completa c’è stato un effetto rebound per quanto riguarda gli incidenti. Noi non abbiamo mai abbassato la guardia anche perché le violazioni al Codice della Strada ci sono state anche durante il primo periodo di lockdown: sono cambiati però nella natura, nella dislocazione sul territorio e nella collocazione oraria”.
“La strada libera – ha aggiunto – invogliava l’utente a schiacciare il piede sull’acceleratore, ma anche non abbiamo mai smesso di riscontrare anche i casi di guida in stato di ebbrezza, anche se ora, invece che di notte, li rileviamo tra le 19.00 e le 21.00 generalmente”. “Credo – ha detto ancora il comandante della Stradale – che occorra una riflessione sul fatto che quello che speravamo ci insegnasse di importante la grave pandemia, come apprezzare il valore della vita e delle piccole cose, forse non lo abbiamo colto appieno”.
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